
La responsabile della concorrenza ha parlato a una conferenza organizzata a Bruxelles a quattro mesi dall’entrata in vigore delle norme con le quali la Ue reagisce all’aggressività cinese innanzitutto, ma non solo
Il regolamento europeo per evitare che le sovvenzioni estere a gruppi che acquisiscono società Ue o ottengono un contratto in gara d’appalto pubblica provochino distorsioni e compromettano la parità di condizioni nel mercato unico “si incarna in un quadro giuridico equilibrato e non discriminatorio”.
È molto secco il giudizio, riportato da Radiocor, della responsabile della concorrenza Margrethe Vestager a una conferenza organizzata a Bruxelles a quattro mesi dall’entrata in vigore delle norme con le quali la Ue reagisce all’aggressività cinese innanzitutto, ma non solo, cercando di rispettare un principio base delle relazioni globali della Ue: l’apertura alle relazioni industriali, finanziarie e commerciali sulla base della reciprocità delle condizioni.
Il regolamento europeo è l’”arma” esterna per fronteggiare la pressione concorrenziale asiatica ma anche americana, di cui l’Inflation Reduction Act è solo un aspetto, sia pure importante, che si combina con una nuova ondata di flessibilità sugli aiuti di stato alle imprese nel mercato unico più una rapida concentrazione delle risorse Ue esistenti verso gli obiettivi energetici e riconversioni produttiva “verde”.
Una “sovvenzione estera” è un contributo finanziario diretto o indiretto da parte di un paese terzo, limitato a una o più società o industrie, che conferisce un vantaggio a una società attiva nel mercato unico. Possono presentarsi sotto forma di prestiti senza interessi, garanzie illimitate, iniezioni di capitale, trattamento fiscale preferenziale, crediti d’imposta, sovvenzioni. E possono assicurare ai beneficiari un vantaggio sleale nell’acquisire società o nell’ottenere appalti pubblici nella Ue dato che spiazzano le imprese europee non sovvenzionate.
Se una società che intende acquisire un asset Ue ed è sostenuta da un governo extracomunitario attraverso una sovvenzione diretta e una garanzia statale avrà la strada enormemente facilitata per finanziare l’acquisizione e superare i potenziali concorrenti. Lo stesso vale per la partecipazione a una gara pubblica indetta da un’amministrazione Ue per un grande progetto: l’azienda sostenuta dal governo di un paese extra Ue attraverso sovvenzioni dirette sarebbe in grado di fare un’offerta a un prezzo basso dei concorrenti che non hanno un beneficio analogo.
In sostanza la nuova legislazione europea mira ad affrontare le disparità normative tra gli aiuti concessi dagli stati Ue e le sovvenzioni concesse da governi non Ue: “Mentre i primi sono oggetto di esami attenti, per le seconde fino ad oggi non esistevano regole comparabili”, spiegano alla Commissione.
Si prevede un obbligo di notifica ex ante per le concentrazioni che comportano un contributo finanziario da parte di un governo non Ue se il fatturato Ue della società da acquisire, di almeno una delle parti partecipanti alla fusione o della joint venture è di almeno 500 milioni di euro e il contributo finanziario estero raggiunge almeno 50 milioni di euro.
Per gli appalti pubblici l’obbligo scatta quando il valore è di almeno 250 milioni di euro e l’offerta prevede un contributo finanziario estero di almeno 4 milioni di euro per paese non Ue. Per tutte le altre situazioni di mercato, la Commissione può avviare indagini di propria iniziativa (d’ufficio), compresa la possibilità di richiedere una notifica ad hoc per concentrazioni minori e procedure di appalto pubblico. Bruxelles valuterà se il contributo finanziario da parte di un governo di un paese terzo costituisce una sovvenzione estera e distorce il mercato unico.
In tal caso, compenserà gli effetti negativi in termini di distorsione con gli effetti positivi della sovvenzione estera sullo sviluppo della relativa attività economica sovvenzionata. Quando gli effetti negativi superano gli effetti positivi, la Commissione può imporre misure di riparazione o accettare impegni dalle società interessate per porre rimedio alla distorsione.
Oggi Vestager ha indicato che “le sovvenzioni estere possono essere vantaggiose, poiché le aziende sostenute in patria possono fornire beni e servizi a prezzi bassi nella Ue, perché i contribuenti al di fuori dell’Europa pagano una parte del loro costo. Ma negli ultimi anni, i sussidi hanno guadagnato importanza come strumento politico in tutto il mondo, a volte come mezzo per guadagnare posizioni di mercato”.
Di conseguenza si è arrivati alla conclusione che “qualunque vantaggio apportato dalle sovvenzioni estere non dovesse andare a scapito del mercato interno. Il mercato interno, probabilmente la nostra più grande risorsa, promuove la prosperità e il benessere delle imprese e dei consumatori in tutta l’Unione se rimane competitivo. Ma il mercato interno cessa di essere realmente aperto e competitivo laddove le imprese europee perdono la capacità di competere perché i sussidi esteri distorcono le condizioni della concorrenza”.
La Commissione sta ultimando la definizione del regolamento di attuazione delle nuove norme che saranno applicate dal 12 luglio, per chiarire con precisione gli aspetti pratici e procedurali sulle notifiche a Bruxelles, le modalità di calcolo dei termini, di accesso al “file”, i diritti delle parti.
La responsabile della concorrenza spiega che così come la Ue intende procedere con equilibrio sulla valutazione degli aiuti di stato all’interno della Ue, tema molto delicato vista la sproporzione dell’azione di bilancio possibile nei diversi stati Ue, con equilibrio procederà sul tema “estero”: “Dobbiamo essere equi quando applichiamo questo regolamento”, ha precisato.
Dato che “il concetto di distorsione non è definito nel regolamento, né è presunto, le distorsioni dovranno essere provate”, indica Vestager. Che però ricorda le situazioni che hanno maggiori probabilità di portare a distorsioni: le sovvenzioni che facilitano direttamente gli acquisti, la presentazione di un’offerta indebitamente vantaggiosa in un appalto pubblico, le garanzie illimitate, le sovvenzioni a un’impresa in difficoltà senza un piano di ristrutturazione.
In ogni caso Bruxelles si concentrerà sulle distorsioni “principali, di grandi dimensioni” perché il regolamento “è una rete progettata per catturare i pesci grossi, perché solo i pesci grossi hanno i denti per danneggiare il mercato interno”. A dimostrazione della prudenza con la quale si muoverà Bruxelles, però, la responsabile della concorrenza insiste sull’importanza del “test di bilanciamento” della transazione: il regolamento europeo riflette “un compromesso di natura nuova perché contrappone le distorsioni al mercato interno al progresso di altri obiettivi di politica pubblica. Questo è, per certi versi, un territorio inesplorato ma necessario in un contesto globale in cui dovremo distinguere tra sussidi alle imprese attive nella Ue che, a conti fatti, promuovono politiche benefiche e quelli che invece danno prevalentemente un’ingiusta ‘potenza di fuoco’ economica per conquistare quote di mercato”.
Però la Ue sarà molto attenta perché “anche se a breve termine le offerte sovvenzionate a buon mercato possono talvolta sembrare attraenti, possono non promuovere la crescita e la competitività europea a lungo termine”.
(foto IMAGOECONOMICA)