
L’inflazione energetica ha raggiunto il 16,4% a gennaio 2023, il livello più basso dal marzo 2021, dopo il 18,2% di dicembre
L’inflazione sta continuando a scendere. Nella zona Ocse a gennaio è lievemente calata al 9,2%, contro il 9,4% del mese precedente mentre in Italia è scesa al 10% contro l’11,6% di dicembre.
Cali dell’inflazione, precisa l’Ocse, sono stati registrati tra dicembre 2022 e gennaio 2023 in metà dei Paesi aderenti all’organismo parigino, contro due terzi tra novembre e dicembre.
I tassi di inflazione più elevati sono stati registrati in Ungheria, Lettonia, Lituania e Turchia, tutti rimasti al di sopra del 20%. Nella zona euro l’inflazione è scesa all’8,7% a gennaio contro il 9,2% dicembre. Nei Paesi del G20 il dato è invece rimasto sostanzialmente stabile, all’8,4%.
Dopo il picco osservato a giugno 2022, anche l’inflazione dei prezzi dell’energia è continuata a calare al livello Ocse seppure ad un ritmo più lento rispetto al mese precedente. Ha raggiunto il 16,4% a gennaio, il livello più basso dal marzo 2021, dopo il 18,2% di dicembre. Il calo è in parte dovuta al cambiamento delle politiche di fissazione dei prezzi dell’energia nei Paesi Bassi e in Italia.
Scende anche l’inflazione dei prezzi alimentari: a gennaio si attesta al 15,2% dopo il 15,6% di dicembre al livello Ocse. Secondo l’organizzazione parigna l’inflazione alimentare e dell’energia continua tuttavia a rappresentare il “principale motore dell’inflazione in Francia, in Italia e in Giappone“.
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