
Dopo un 2022 già florido
Non sono momenti facili per il settore bancario dopo il crollo di SVB Financial Group ma una buona notizia c’è, almeno per quelle italiane. Moody’s prevede un ulteriore miglioramento della performance finanziaria nel 2023 per i quattro maggiori istituti, ovvero Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Bpm e Bper Banca. «Tutte e quattro le banche – si spiega nel rapporto – hanno registrato solidi risultati per l’intero 2022, con i tassi di interesse più elevati che hanno favorito una crescita a due cifre del margine di interesse a fronte di costi rimasti invariati poichè i programmi di efficienza hanno compensato la pressione inflazionistica. Le quattro banche, che rappresentano oltre il 50% del totale attivo del sistema bancario italiano, hanno registrato nel 2022 un utile netto aggregato di 11,7 miliardi di euro, in aumento del 33% rispetto agli 8,8 miliardi di euro del 2021, mentre il loro rendimento delle attivita’ (RoA) e’ salito a 54 base punti (bps) da 38 bps».
Ebbene, dopo un 2022 florido, l’agenzia di rating prevede che la performance finanziaria delle quattro banche migliorerà ulteriormente quest’anno. «I tassi sui prestiti più elevati continueranno a sostenere materialmente il margine di interesse, compensando la minore crescita dei prestiti, gli accantonamenti moderatamente piu’ elevati per perdite sui prestiti e il maggior costo del finanziamento all’ingrosso – spiega Fabio Iannò, VP-Senior Credit Officer di Moody’s Investors Service. – La crescita dei prestiti su base annua è scesa allo 0,3% a dicembre 2022 dal 2,2% di ottobre 2022 e dal 3,3% di agosto 2022 e Moody’s prevede che l’emissione di prestiti continuerà a essere debole nel 2023. Moody’s prevede inoltre che il costo del rischio aumenterà a causa dell’impatto sulle finanze di famiglie e imprese di un’alta inflazione e di un’economia stagnante ma non prevede che l’aumento sarà significativo».
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