
Il prossimo 13 marzo Vodafone Italia presenterà al sindacato un piano di riassetto dei costi che equivale a circa mille eccedenze di personale, ovvero il 20% della forza lavoro
E’ crisi anche nel settore tech. Il prossimo 13 marzo Vodafone presenterà al sindacato un piano di riassetto dei costi e di ristrutturazione aziendale che dovrebbe riguardare circa 1000 eccedenze di personale, ossia quasi il 20% della forza lavoro nella Penisola. Un’operazione sulla quale i sindacati hanno lanciato l’allarme. «Siamo evidentemente davanti all’ennesima dimostrazione di un modello sbagliato per il settore delle Tlc. Contrazione delle tariffe causata da una competitività esasperata, assenza di visione industriale per un settore che nel resto d’Europa continua ad essere attivatore della transizione digitale».
La decisione pare abbia radici più profonde e sottolinea il fatto che il mercato, quello del tech, è in caduta libera. Secondo l’ultimo Rapporto Asstel nel 2021 il settore ha lasciato sul terreno un altro 2%, con ricavi scesi a 27,9 miliardi. Erano 41,9 nel 2010. Tutto questo a fronte di investimenti per 7,2 miliardi (il 26% dei ricavi totali). In questo quadro il saldo di cassa degli operatori, pari alla differenza tra Ebitda e Capex, è a 1,1 miliardi: un decimo del valore 2010.
Pietro Guindani, presidente di Vodafone Italia, in un recente convegno in memoria dell’economista Franco Morganti, ha dichiarato che si può già anticipare che per il 2022 sarà negativo. Ha pesato e pesa tuttora la guerra dei prezzi fra operatori: fra 2020 e 2021 il calo è stato del 2,7% in Italia contro una media europea del +0,6%. Da dicembre 2011 a dicembre 2021 la flessione è stata del -33%: la peggiore tra i principali Paesi europei. L’aumento dei costi dell’energia e l’inflazione stanno ora finendo il lavoro.
FOTO: SHUTTERSTOCK