
In difficoltà soprattutto le zone del Mezzogiorno che rischiano di perdere i capitali messi a disposizione
Secondo l’Ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia) sono stati spesi solo 35 miliardi di euro su 64,8 miliardi di euro di fondi europei di coesione messi a disposizione dell’Italia tra il 2014-2020. Questa la sintesi evidenziata dallo studio e della spesa certificata da Bruxelles fatta dall’Italia al 31 dicembre scorso ovvero poco più della metà, il 54% del totale.
Ne restano 29,8 miliardi (10 dei quali in cofinanziamento nazionale) da spendere entro il 31 dicembre di quest’anno e cioè alla scadenza del settennato di attuazione. Pena la perdita dei fondi non utilizzati. In difficoltà soprattutto le zone del Mezzogiorno con regioni come la Campania, la Sicilia e la Calabria la cui percentuale di spesa realizzata sul totale da ricevere oscillava dal 65,7% della Calabria, al 64% della Sicilia.
Un problema tra i tanti, inoltre, è rappresentato anche dall’aumento del costo dei materiali registrato in questi anni, aumento che ha messo sotto pressione l’avanzamento di diversi progetti, molti dei quali a rischio.
Dati del Nadef resi noti a fine settembre riferivano che alla fine del 2022 avrebbero dovuto essere spesi 20,5 miliardi, dei 41,4 previsti inizialmente dal Def.
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