
Novità in Vaticano con alcune riforme economiche che stanno ridisegnando i profili dei vertici
Recentemente il Vaticano è tornato agli onori delle cronache per alcune riforme in campo economico espressamente volute da Papa Francesco. L’ultima in ordine di tempo, quella che di fatti vieta l’uso titolo gratuito o a condizioni di favore, ai cittadini vaticani di alcuni immobili che fanno riferimento alla Santa Sede. Una decisione che, sebbene riguardi solamente i futuri contratti (quelli in essere rimarranno alle condizioni pattuite fino a scadenza) rientra in un più ampio progetto di razionalizzazione delle risorse economiche del Vaticano. Risorse che, come è noto, dovrebbero essere destinate al Servizio Universale della Chiesa.
Contemporaneamente Papa Francesco ha più volte sottolineato tutti i beni, mobili, immobili, titoli e liquidità di varia natura, appartengono alla Santa Sede e chi li gestisce (il riferimento era per lo più a Dicasteri o Enti collegati) lo fa in funzione di amministratore e non di proprietario. In ultimo, poi, la riforma dello Ior, l’Istituto di Opere Religiose. L’istituto che nei decenni passati aveva fatto parlare spesso di sé, sarà riformato in maniera radicale.
Tra le altre novità, le più evidenti riguarderanno i mandati quinquennali rinnovabili solo una volta e un organigramma con ruoli più definiti, per evitare sovrapposizioni di competenze ed incarichi. Da notare, infine, la direzione dell’istituto che da collegiale ritorna in mano ad una singola figura quella del direttore generale che, eventualmente, può delegare la funzione di vicedirettore qualora ciò si rendesse necessario.