
In controtendenza gli acquisti di frutta locale che garantirebbero anche una filiera dei trasporti più corta
Frutta e verdura sempre più rarità difficili da comprare. Le cause? Molte, dal caro prezzi alla siccità che, a sua volta, fa parte del problema più grave: il cambiamento climatico. Raccolti decimati, prezzi in aumento e tagli alla spesa dei consumatori alle prese, tra l’altro, anche con l’inflazione. Il crollo della quantità di frutta acquistata e registrato nel 2022 da Coldiretti è arrivato all’8%. Guardando alle singole specie di scopre che, sempre riferendosi alla quantità, le pere sono scese del 17%, le arance dell’11%, le pesche, le nettarine e i kiwi dell’8%, le mele del 5%. Mele che, però, restano comunque il frutto più consumato mentre le arance seguono a ruota.
“Il brusco calo – sottolinea la Coldiretti – ha fatto scendere il consumo individuale sotto la soglia minima di 400 grammi di frutta e verdure fresche per persona, da mangiare in più volte al giorno, raccomandato dal Consiglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per una dieta sana. Un dato ancora più allarmante se si considera che a consumare meno frutta e verdura sono soprattutto i bambini e gli adolescenti, con quantità che sono addirittura sotto la metà del fabbisogno giornaliero, aumentando cosi’ i rischi legati all’obesità e alle malattie ad essa collegate”.
Buone notizie, però, arrivano dalla vendita di frutta locale, spesso direttamente dai contadini, un risultato che nasce anche dal fatto che, in questo modo, la filiera del trasporto si dimezza con indubbi vantaggi sia per il prodotto (più fresco) che per il portafoglio (meno stressato).
Foto: Imagoeconomica