
La delicatezza del momento potrebbe portare ad un cambio di programma da parte di BCE e Federal Reserve?
Dopo il caso del crollo di SVB, la sedicesima banca più grande degli Stati Uniti, operativa da 40 anni e considerata una fonte affidabile di finanziamento per le startup e le aziende del settore hitech, gli operatori iniziano a credere che probabilmente le banche centrali potrebbero rivedere, o per lo meno rallentare, il percorso di rialzo dei tassi di interesse.
Goldman Sachs pensa addirittura che quanto visto sui mercati possa convincere la Fed a bloccare il cammino. Invece sia Bank of America che Citigroup hanno affermato di aspettarsi che la Fed preferisca il rialzo di un quarto di punto.
L’economista di Citigroup Andrew Hollenhorst, invece, crede che un’eventuale pausa, termine che i funzionari della Fed generalmente non amano, potrebbe inviare un messaggio sbagliato ai mercati. Infatti, Powell ha ripetutamente affermato che la Fed manterrà la rotta fino a quando non farà progressi significativi nel ridurre l’inflazione portandola verso il target del 2%.
Per questo Citi continua a credere che la Fed proseguirà nel cammino fino alla soglia del 5,5%-5,75%, rispetto all’attuale 4,5%-4,75%.
Per quanto riguarda Bank of America ha affermato che l’importante sarà riuscire a rimanere “vigile” per eventuali segnali di diffusione dell’attuale crisi bancaria, condizione che potrebbe modificare le previsioni.
“Se la Fed riuscirà a frenare la recente volatilità del mercato e a isolare il settore bancario tradizionale, allora dovrebbe essere in grado di continuare il suo ritmo graduale di aumenti dei tassi fino a quando la politica monetaria non sarà sufficientemente restrittiva”, ha detto Michael Gapen, capo economista statunitense di BofA. . “Le nostre prospettive per la politica monetaria dipendono sempre dai dati ma attualmente dipende anche dalle tensioni sui mercati finanziari”.
Guardando la situazione, in generale sui mercati e all’interno dell’economia reale il problema è ancora un’inflazione resistente ed settore produttivo particolarmente resiliente il quale, però, rischia di accusare il colpo dei rialzi solo in futuro. Da qui un quadro complesso ed ancora difficile da decifrare.
Quello che è successo a SVB vede le sue radici in una serie di fattori sia interni che esterni.
Tra i secondi c’è da sottolineare la politica di rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve ma anche, secondo molti analisti, anche un sistema finanziario che, soprattutto negli Stati Uniti, resta ancora potenzialmente fallace sotto molti punti di vista. Senza contare, poi, il particolare ramo nel quale la banca era attiva.
Infatti secondo Michael Cembalest, di JP Morgan l’istituto di credito “si è ritagliato una nicchia specifica e più rischiosa rispetto ad altre banche, preparandosi a grandi potenziali carenze di capitale in caso di aumento dei tassi di interesse e deflussi di depositi.” Tra le prime vittime del crollo di SVB c’è l’intero comparto finanziario. Infatti i tanti istituti di credito hanno registrato vendite sui mercati. Non ultimo Signature Bank, a sua volta attiva nelle criptovalute.
Sicuramente, però, in molti notano la corsa delle varie personalità della finanza a voler rassicurare i mercati. Tra questi Mohamed El- Erian che ha confermato che la situazione è sotto controllo, i correntisti non hanno nulla di cui preoccuparsi. Ma le rassicurazioni, a volte, vanno oltre le parole. In Gran Bretagna, ad esempio, HSBC è intervenuta per salvare il ramo inglese della SVB con un’operazione costata 1 sterlina.
Per quanto riguarda il panorama statunitense, infine le dichiarazioni della Federal Reserve e del Dipartimento del Tesoro poco prima dell’apertura dei mercati americani sono state determinanti per impedire un crollo come quello registrato in Europa dove, paradossalmente, le regole di controllo sul sistema bancario sono state più stringenti.
A questo punto, in considerazione delle strategie della Federal Reserve le cui decisioni, per ammissione dello stesso Powell, saranno prese sulla base dei dati macro riguardanti l’inflazione ed il lavoro, la massima attenzione è verso gli appuntamenti di domani quando saranno resi noti i dati macro sui prezzi al consumo di febbraio.
Foto: Imagoeconomica