l clou della seduta è stata l’inflazione Usa, risultata nelle attese ma ancora troppo alta a giudizio di molti osservatori
Dopo un lunedì di panico sui mercati europei, la tempesta finanzia innescata dal fallimento della banca statunitense Svb si placa, facendo rapidamente rientrare i timori per un contagio su scala globale.
La Borsa di Milano, al termine di una giornata in crescendo, ha chiuso con il Ftse Mib in rialzo del 2,36% a 26.800 punti. Il Cac 40 di Parigi conquista l’1,86% a 7.141,57 punti, il Dax 30 di Francoforte l’1,82% a 5.231,95 punti e il Ftse 100 di Londra l’1,21% a 7.639,85 punti. L’Ibex 35 di Madrid conquista invece il 2,27% a 9.162,02 punti e l’Aex di Amsterdam l’1,41% a 737,52 punti.
Il clou della seduta è stata l’inflazione a stelle e strisce, risultata nelle attese (+0,4% a febbraio) ma ancora troppo alta a giudizio di molti osservatori, che ora scommettono nella prossima settimana un ritocco dei tassi di 25 punti da parte della Fed (dopo lo stop alla stretta monetaria, ipotizzato invece alla vigilia, per arginare l’effetto Svb sul sistema bancario).
Il riscatto dei mercati passa anche per Wall Street che viaggia in rialzo nonostante la decisione di Moody’s di tagliare l’outlook del sistema bancario a “negativo”, segno che il mercato crede nello scudo alzato da Fed e Dipartimento del Tesoro per tutelare i depositi dei correntisti delle banche regionali in default.
Sul mercato dei cambi, la moneta unica è in calo a 1,0719 dollari (da 1,0737 dollari ieri in chiusura) e sale a 144,17 yen (da 143,084). Il biglietto verde è a 134,48 yen (da 133,241). È ancora in calo il prezzo del petrolio: il contratto maggio sul Brent perde l’1,2% a 79,7 dollari e quello aprile sul Wti l’1,4% a 73,7 dollari al barile. Scende, infine, il gas ad Amsterdam: -9,5% a 44,8 euro al megawattora.
In questo clima a guidare la riscossa dei listini del Vecchio Continente è proprio Milano, alla vigilia la piazza più penalizzata, che recupera il 2,4% con lo spread in netta discesa sui 185 punti. In testa Interpump (+4,4%) e soprattutto Generali (+3,6%) dopo i risultati 2022. In recupero anche i principali istituti di credito, da UniCredit (+4,2%) a Intesa Sanpaolo (+3,4%). In fondo chiude in rosso la sola DiaSorin (-0,3%) mentre fuori dal listino principale strappa Tod’s (+7%) all’indomani dei conti.
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