
Visti i deboli risultati finanziari dell’istituto, il presidente del consiglio d’amministrazione Lehmann rinuncia a 1,5 milioni di franchi
Non c’è davvero pace per Credit Suisse. Il titolo è sceso a un nuovo minimo storico, perdendo fino al 5,6%, dopo che l’istituto di credito ha dichiarato di aver individuato “debolezze rilevanti” nei controlli interni sul reporting finanziario, in occasione della pubblicazione dei risultati di bilancio 2022, in ritardo rispetto alla tabella di marcia. In una nota la banca elvetica ha fatto sapere di “essere al lavoro per sviluppare un piano per affrontare questi problemi“, compreso il rafforzamento del quadro di rischio e di controllo. «Il cda di Credit Suisse sta monitorando da vicino l’implementazione e l’efficacia delle misure correttive», si legge nel comunicato.
Ma questa non è l’unica novità. Vista la maxi perdita del 2022, il presidente del consiglio di amministrazione Axel Lehmann rinuncia a parte del compenso che gli spetterebbe per l’esercizio passato: il manager 64enne ha proposto all’organo di sorveglianza di non percepire il suo onorario di presidenza di 1,5 milioni di franchi, visti i deboli risultati finanziari del 2022, e il consiglio d’amministrazione ha accettato. In totale Lehmann ha ricevuto 3,0 milioni di franchi per il periodo compreso tra l’assemblea generale del 2022 e quella del 2023, remunerazione che sale a 3,2 milioni tenendo conto dei contributi di cassa pensione. Per il periodo che va dall’assemblea generale del 2023 a quella del 2024 il compenso totale del presidente del Cda sarà ridotto a 3,8 milioni di franchi dai (previsti) 4,5 milioni e la quota da versare in azioni sarà aumentata al 50%.
Il Ceo Ulrich Körner, in carica da agosto e in precedenza responsabile della divisione Asset Management, ha ricevuto invece 2,5 milioni, con un ritardo di alcuni giorni rispetto alla data inizialmente prevista (9 marzo) a causa dell’intervento della Sec.
FOTO: IMAGOECONOMICA