La bocciatura da parte dei sindacati sulla riforma fiscale, dopo il tavolo con il ministro, è totale. E minacciano una protesta
Terminato a Palazzo Chigi l’incontro tra il governo e i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, in vista dell’approvazione del ddl delega di riforma del Fisco che dovrebbe approdare in Cdm giovedì.
“Abbiamo chiesto che sul tema fiscale ci sia un confronto permanente e strutturato con le organizzazioni sindacali – osserva Sbarra della Cisl – è prematuro quindi sulla base di queste sommarie informazioni esprimere un giudizio compiuto sul testo di legge delega. Aspettiamo il consiglio dei ministri però abbiamo indicato l’urgenza al governo di rispondere alle nostre priorità sul tema della riforma fiscale. Aggiungo che bisogna accelerare il confronto sulla previdenza, sulle pensioni, su salute e sicurezza, sulla non autosufficienza, sul rilancio degli investimenti, sulla qualità, sulla stabilità del lavoro”.
“Se il governo risponde a queste nostre rivendicazioni e priorità nei prossimi giorni bene – dice Sbarra – diversamente siamo pronti a valutare insieme a Cgil e Uil le iniziative di mobilitazione da mettere in campo a sostegno delle nostre ragioni”.
“Poche sono state le argomentazioni che il Governo ha presentato al tavolo – spiega – si parla genericamente di una riduzione delle aliquote ma non sappiamo se si staglia in alto o in basso, si parla di una revisione degli scaglioni ed anche qui nulla ci è stato detto”.
“Abbiamo posto i contenuti della nostra piattaforma unitaria”, rileva il segretario della Cisl facendo presente che i sindacati chiedono “una riforma fiscale che risponda a criteri che assicurino il principio della progressività del prelievo. Bisogna partire da una forte riduzione delle tasse sui redditi medi e popolari da lavoro e da pensione, cioè ridurre le tasse a chi le paga ogni anno fino all’ultimo centesimo in questo Paese. Abbiamo rappresentato l’urgenza di alzare la strategia di contrasto all’evasione ed all’elusione fiscale che vale 100 miliardi di euro di mancati introiti ogni anno nelle casse dello Stato; c’è tanta evasione Iva, c’è tanta evasione Irpef, c’è tantissima evasione contributiva”.
Poi ancora “abbiamo posto l’urgenza di determinare interventi di detassazione sui frutti della contrattazione collettiva nazionale e aziendale. Abbiamo chiesto la restituzione del fiscal drag in una fase in cui salari, retribuzioni e pensioni sono massacrati da una inflazione che viaggia a due cifre. Abbiamo posto l’esigenza di ripristinare i fringe benefit per come li avevamo negoziati con il precedente governo: erano stati portati a 3mila euro, oggi sentiamo che c’è un ritorno al passato a 258 euro”.
(foto ANSA)