
Una recessione potrebbe essere in arrivo? E se sì, quale potrebbe essere la causa?
La paura di una recessione derivante dalla crisi bancaria si sta facendo strada, tanto da portare alcuni analisti a tagliare le stime sui rialzi della BCE ora visti solo a 25 punti base e non più a 50 come inizialmente previsto. Un cambio di rotta che ha iniziato a rafforzarsi immediatamente dopo lo scoppio del caso Credit Suisse sui mercati di tutto il mondo.
E non solo. Lo schiaffo arrivato dalla crisi SVB potrebbe essere più forte del previsto. Infatti Goldman Sachs ha tagliato le previsioni sul PIL USA a causa dello stress creatosi sul settore bancario ed in particolare sulle cosiddette banche regionali, particolarmente importanti per l’economia a stelle strisce. Infatti sono proprio queste che costituiscono circa il 50% dei prestiti commerciali e industriali, il 60% dei prestiti immobiliari residenziali, l?80% dei prestiti immobiliari commerciali e il 45% dei prestiti al consumo. Un inasprimento dei tassi, unito a regole più stringenti potrebbero portare ad un generale calo dei prestiti ai privati.
Ma le paure non si fermano al solo comparto bancario. Proprio per lo spettro di una possibile recessione, i prezzi del Brent hanno iniziato a registrare un calo progressivo che sta lentamente cancellando tutto l’ottimismo arrivato con le varie riaperture del mercato cinese. Da parte sua, poi, il Wti ha registrato un ulteriore indebolimento delle quotazioni anche per i continui aumenti delle scorte di greggio negli Stati Uniti. Non ultimo, poi, il crollo SVB.
Negli ultimi tre mesi del 2022 gli analisti dell’Aie hanno previsto una crescita della domanda mondiale durante i prossimi mesi del 2023, passando da . Secondo le loro proiezioni, infatti, gli attuali 710 mila barili al giorno nel primo trimestre del 2023 dovrebbero passare a 2,6 milioni di barili alla fine dell’anno. La spinta potrebbe arrivare dall’aumento del traffico aereo e dalla domanda repressa dei consumatori cinesi.
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