
Conte: “Patto tra le opposizioni”. Calenda: “no grazie”
La battaglia è per ottenere il salario minimo. La promessa arriva dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, arrivata al congresso della Cgil alla sua seconda giornata di lavori. «Noi ci batteremo per un salario minimo perché sotto una certa soglia davvero non si può parlare di lavoro perché è sfruttamento – ha spiegato. – Ci batteremo perché ci sono più di tre milioni di lavoratori che sono poveri anche se lavorano, per questo mi sono sentita di porre il tema ieri all’attenzione del governo e della presidente Giorgia Meloni: non possiamo più accettare, tanto più in una situazione di alta inflazione e rischio di potere d’acquisto delle famiglie, salari così bassi e contratti così precari. Quindi accanto al salario minimo la battaglia per la legge sulla rappresentanza che spazzi via i contatti pirata e quella per riuscire a limitare finalmente i contratti a termine che condannano alla precarietà moltissimi giovani e donne di questo Paese».
Anche il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, preme sul salario. «Dal nostro punto di vista in un momento in cui sta cambiando tutto, con una crisi di rappresentanza tra i cittadini e la politica, la domanda di fondo è vogliamo tornare a dare voce e rappresentanza al mondo del lavoro e quali riforme strutturali si vogliono fare per andare in questa direzione. I salari sono poveri, c’è un livello di precarietà senza precedenti, un sistema fiscale che non regge. Sull’insieme di queste cose l’opposizione cosa vuol fare, è in grado di misurarsi in questa direzione e quale rapporto vuole avere con le organizzazioni sindacali?», domanda.
Giuseppe Conte propone un patto tra le opposizioni partendo dalle proposte concrete come quelle appunto sul salario minimo. «La vera sfida – dichiara – è ritrovarci tutti sul terreno delle proposte concrete e i contenuti di queste proposte sono una prospettiva d’azione comune. Soprattutto perché si è di fronte a un governo che sin dal primo giorno ha annunciato velleitariamente una cornice politica neo conservatrice che ha annunciato un progranmma che stenta ad attuare, rivelando inadeguatezza». Calenda, il leader del Terzo Polo rifiuta però l’invito. «Mi interessa parlare di questioni che sono attinenti allo stato sociale, welfare, sanità, salario minimo, contrattazione collettiva, non siamo qua per nessuna foto di Vasto, non c’è nessuna alleanza, il Pd e il M5s sono una cosa, noi siamo una cosa diversa non perché mi stiano antipatici ma perché abbiamo idee diverse sul 90% dell’agenda politica».
FOTO: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI