
UPB: “il costo è destinato a superare i 110 miliardi, a rischio traiettoria della riduzione del debito”
«I lavori conclusi del Superbonus entro la fine del 2022 dovrebbero determinare complessivamente, secondo le stime dell’Enea, un risparmio energetico minimo pari a 307 Kw/Mq in media». Lo ha detto la presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB), Lilia Cavallari, in audizione presso la Commissione Bilancio, tesoro e programmazione della Camera dei deputati nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli effetti macroeconomici e di finanza pubblica derivanti dagli incentivi fiscali in materia edilizia.
Secondo lei lo strumento del Superbonus può essere migliorato. L’organismo indipendente ha infatti auspicato una maggiore selettività sia nel tipo di intervento, orientato più al risparmio energetico, che in termini di beneficiari.
Cavallari ha sottolineato come il Superbonus ha sì migliorato la distribuzione di risorse nelle varie aree del Paese rispetto ai bonus edilizi precedentemente varati ma a costi a carico dello Stato nettamente superiore a quella per gli interventi di riqualificazione energetica agevolati in precedenza. UPB ha fatto notare che gli investimenti asseverati a solo titolo di Superbonus energia a tutto febbraio 2023 hanno raggiunto i 68,5 miliardi – di cui 53,2 completati – rispetto ai circa 4,5 miliardi erogati nel 2020 per l’Ecobonus. «L’onere per la finanza pubblica ha superato sensibilmente le aspettative iniziali, basate su una previsione ufficiale di spesa di 35 miliardi per l’intero periodo di validità della misura. Sommato agli altri bonus edilizi – bonus facciate, ristrutturazioni, ecc. – il costo delle agevolazioni è destinato a superare anche l’importo, già rivisto al rialzo, di 110 miliardi sottostante le previsioni ufficiali del conto economico delle Amministrazioni pubbliche risalenti alla NADEF dello scorso autunno», ha aggiunto Cavallari.
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