
Alla fine è prevalso l’ottimismo e, anche a Piazza Affari, le banche hanno messo a segno le performance migliori
Partite in rosso di oltre due punti, le Borse europee hanno progressivamente ripreso fiato e recuperato terreno, chiudendo poco sotto i massimi di seduta, con rialzi che hanno sfiorato anche il 2%.
Volatilità è stata la parola d’ordine degli indici, che hanno sostanzialmente seguito passo passo l’andamento di Ubs, dopo il maxi salvataggio del Credit Suisse (-55% il titolo a Zurigo): la prima banca elvetica, che comprerà la travagliata concorrente per 3 miliardi di franchi (0,76 franchi per azione), come stabilito dall’accordo trovato in extremis nel weeekend, è partita in calo di 9 punti, è arrivata a perderne 12, quindi ha girato in positivo (+5,5%) e ha finito in aumento di circa un punto.
E gli indici del Vecchio Continente, così come i titoli del comparto bancario, hanno ricalcato la stessa rotta, partendo in forte ribasso e chiudendo in positivo. Così Milano ha chiuso a +1,59%, dopo avere oscillato tra -2,7% e +2%, Parigi +1,27%, Francoforte +1,12%, Londra +0,93%, Madrid +1,28% e Amsterdam +0,92%, mentre l’Euro Stoxx 600 Banche ha finito a +1,1%.
Ha dunque avuto effetto la “corsa alla rassicurazione” delle autorità di tutta Europa, a partire dagli istituti di regolamentazione, dai rappresentanti dei governi (in Italia il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato di “ricadute insignificanti” per l’Italia) e, soprattutto, dalla Bce con Christine Lagarde che ha parlato di tenuta del sistema e ha sottolineato che l’Eurotower è pronta a intervenire per garantire liquidità e stabilità. Restano comunque i dubbi di mercati, investitori e osservatori sull’efficacia del salvataggio, sui dettagli dell’operazione (in particolare sull’azzeramento dei bond AT1 per 16 miliardi emessi dal Credit Suisse) e sul rischio contagio e di tenuta del sistema, con lo spettro di Lehman Brothers che si agita nella memoria.
Ad ogni modo, oggi alla fine è prevalso l’ottimismo e, anche a Piazza Affari, le banche hanno messo a segno le performance migliori (Banco Bpm +3,85%, Intesa Sanpaolo +3,74%, Unicredit +2,44%), insieme alle utility (A2a +5,71%, Hera +3,38%, Italgas +3,53%), titoli tipicamente difensivi.
A proposito di posizioni difensive, è proseguita la corsa verso asset considerati sicuri, come l’oro, che è tornato anche sopra la soglia dei 2.000 dollari l’oncia, superata in precedenza solo due volte nella storia, a marzo 2022 con l’invasione russa in Ucraina e ad agosto 2020, nel pieno dell’emergenza Covid-19 (i contratti aprile hanno poi ridotto i guadagni a +0,26% a 1.978 dollari).
I timori sulla domanda fanno invece proseguire i ribassi del petrolio (Wti aprile -1% a 66,11 dollari e Brent maggio -0,58% a 72,56 dollari). Sempre sul fronte energetico invece il gas naturale è sceso sotto quota 40 euro al megawattora, cosa che non succedeva dal 18 gennaio 2022 (nel finale -9,4% a 38,805 euro).
Sul mercato valutario, l’euro vale 1,072 dollari (venerdì in chiusura 1,065) e 141,055 yen (139,54), mentre il dollaro/yen si attesta a 131,58 (132,13). Il cross euro-franco svizzero sale dello 0,3% a 0,9921. Infine, spread in calo a 187 punti, dopo avere toccato i 200 in avvio, contro i 193 di venerdì, con il rendimento decennale 3,97% dal 4,05% precedente.
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