
Aumento di 25 punti base come previsto ma anche una rassicurazione per i mercati: i rialzi potrebbero essere vicini alla fine
Alla fine le previsioni sono state rispettate con un aumento di 25 punti base votato per di più all’unanimità. La mossa alza l’intervallo al 4,75%-5% il più alto dal 2007. Powell, però, pur volendo andare oltre rassicurando mercati ed economia sulle strategie future e sottolineando che i rialzi potrebbero essere vicini al termine ha fallito l’impresa. Dopo un’iniziale rialzo, infatti, i mercati hanno intravisto la possibilità che sull’economia si abbattano le conseguenze della crisi bancaria.
Confermata la volontà di rivedere la situazione di volta in volta e a seconda dei dati macro anche se la Federal Reserve con ogni probabilità aumenterà i tassi di interesse ancora una volta nel 2023 prima di chiudere la guerra contro l’inflazione.
L’affermazione secondo cui “Il Comitato monitorerà attentamente le informazioni in arrivo e valuterà le implicazioni per la politica monetaria” e “Il Comitato prevede che un ulteriore rafforzamento della politica finanziaria potrebbe essere appropriato per riportare l’inflazione al 2% nel tempo” sono apparse più concilianti rispetto ai precedenti e più volte citati “aumenti continui” considerati appropriati per ridurre l’inflazione.
Un atteggiamento che Wall Street ha interpretato positivamente, almeno all’inizio. Poi, però, le parole di Powell hanno imboccato un’altra strada e i listini hanno iniziato a perdere forza ritornando in territorio negativo. Ma il gelo è calato quando è stato palese che nessun taglio sui tassi sarebbe arrivato nei prossimi mesi.
“Il sistema bancario statunitense è solido e resiliente”, ma, nonostante questo, è ancora presto per dire quali saranno gli effetti della crisi bancaria. “È probabile che i recenti sviluppi si traducano in condizioni di credito più restrittive per le famiglie e le imprese e pesino sull’attività economica, sulle assunzioni e sull’inflazione. L’entità di questi effetti è incerta. Il Comitato rimane molto attento ai rischi di inflazione”.
Per quanto riguarda il fallimento di SVB, vittima di una “cattiva gestione” la Fed si impegnerà a “trarre insegnamenti da questo episodio e a lavorare per evitare che tali eventi si ripetano.
La banca centrale ha inoltre anche rivisto leggermente al ribasso le stime del PIL USA per il 2023 e il 2024. Infatti le previsioni adesso parlando rispettivamente di un +0,4% e al +1,2% con un tasso di disoccupazione per il 2023 al 4,5%.
Prima della conferenza stampa e del comunicato l’unica certezza era il compito difficile di fronte al quale Powell e compagni si sarebbero trovati: doversi destreggiare tra il combattere l’inflazione e le crescenti preoccupazioni di instabilità nel settore finanziario. Il tutto senza creare le premesse per una possibile recessione futura.
“La Fed ha ancora molto lavoro da fare, le sue azioni e le sue comunicazioni saranno sottoposte a un controllo sempre più attento visti gli eventi degli ultimi giorni”, ha affermato l’economista senior di Vanguard Andrew Patterson. “Devono stare attenti nel bilanciare i rischi del prezzo e della stabilità finanziaria”.
Le previsioni della maggior parte degli analisti parlavano di un rialzo di 25 punti base anche se tutti erano concordi nel dire che il panorama era cambiato rispetto a due settimane fa, ovvero prima della crisi SVB, tanto da far ancora sperare, alcuni, in un possibile rallentamento delle strette sui tassi.
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