
Studio congiunto tra ministero del Lavoro, Bankitalia e Anpal. In due mesi creati 100 mila posti nel settore privato, oltre i livelli pre-pandemia
Cresce l’occupazione femminile ma il posto fisso resta per loro un miraggio. Questo in sintesi quanto emerge dall’analisi Il mercato del lavoro: dati e analisi realizzata dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, dalla Banca d’Italia e dall’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, secondo cui dalla fine del 2021 le donne hanno trovato molti posti di lavoro, fino a raggiungere livelli storicamente elevati, ma hanno occupato solo un terzo di quelli a tempo indeterminato.
In particolare nell’ultimo anno e mezzo le donne hanno contribuito per quasi il 40% alla creazione di posti di lavoro, un valore superiore di 2,5 punti percentuali rispetto al biennio 2018-19. Un dato che fa ben sperare visto che solo nel 2020 hanno perso più di 70 mila posti mentre l’occupazione maschile è aumentata di oltre 60mila unità.
Ma a fronte di ciò, bisogna anche dire che il lavoro per le donne rimane precario ed instabile. Il motivo è legato alla forte presenza femminile nelle attività di alloggio e ristorazione dove più della metà dei posti di lavoro creati sono stati a tempo determinato, a fronte di un quarto nel resto dell’economia.
Sempre secondo il rapporto dopo il forte calo nella seconda metà del 2022, nei primi due mesi del 2023 la domanda di lavoro nel settore privato non agricolo è tornata a crescere a ritmi sostenuti: sono stati creati oltre 100.000 posti, al netto delle cessazioni.
L’incremento è maggiore di un terzo rispetto agli stessi mesi del 2019, precedenti la pandemia e ha riguardato esclusivamente la componente a tempo indeterminato.
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