
Il Presidente è intervenuto alla prima conferenza nazionale delle Camere di Commercio dal titolo “Progettare il domani con coraggio”
“Siete un’istituzione nata dal basso, per lo sviluppo, le cui radici sono antiche. Nel ringraziarvi del vostro impegno vi rivolgo l’invito che, in un contesto ben diverso, Alcide De Gasperi rivolse nel Dopoguerra, quando occorreva ricostruire l’Italia dalle macerie e insieme edificare un’autentica democrazia: è il momento per tutti, a partire dalla realizzazione del Pnrr, di mettersi alla stanga. Auguri di buon lavoro”.
Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo alla prima conferenza nazionale delle Camere di Commercio dal titolo “Progettare il domani con coraggio” a Firenze.
Ma cosa vuol dire “mettersi alla stanga”? Secondo la definizione Hoepli, la “stanga” è una “piccola trave di legno o di metallo, lunga e squadrata, usata per sbarrare porte e finestre inserendone gli estremi in apposite cavità ricavate negli stipiti”.
“Mettersi alla stanga” significa, quindi, mettersi a difesa di qualcosa, in questo caso dello stesso Paese.
Il discorso di De Gasperi era rivolto ad agricoltori e braccianti, per i quali la “stanga” è quella del carro trainato dai buoi. Quindi, un’altra interpretazione è quella di “mettersi al lavoro”.
Il discorso del Presidente:
“Non sono tempi facili, a partire dalla guerra in atto che in Europa sta turbando e alterando il nostro presente e minaccia le condizioni di indipendenza, libertà e benessere faticosamente costruiti dopo il Secondo conflitto mondiale, soprattutto attraverso la scelta lungimirante dell’unità europea.
Tuttora viviamo anche le conseguenze del dopo pandemia, ma il nostro sistema economico è stato capace di sorprendere e dimostrare capacità di ripresa inattese. Il Paese vi è riconoscente per il ruolo che avete svolto, così come è grato alle innumerevoli serie di imprenditori, di lavoratori che operano nelle imprese; imprenditori, lavoratori che di questo risultato sono attori. Il nostro sistema è un sistema globale e locale. Sono le costellazioni del nostro sistema delle imprese che richiamano in tutto il mondo attenzione.
Accanto ai “campioni”, è l’esperienza dell’agglomerato delle piccole e medie imprese ad attirare l’interesse, in America Latina come in Africa, dove mi sono recato più volte anche da recente. Si tratta di un modello di rapporto tra economia e territori che viene guardato ovunque, con attenzione, cercando di riprodurlo.
L’Italia, in questo momento, è protagonista di un importante cambiamento, reso possibile tramite i programmi che l’Unione europea ha propiziato con il Next Generation EU. È un lavoro che vi riguarda per l’impegno che avete, per la vostra parte, assunto. Si è trattato di un passo importante in sede europea, con il passaggio da obiettivi di pura stabilità economica a obiettivi di crescita solidale e sostenibile. Vi è coerenza nel disegno per il futuro tracciato dalle istituzioni europee: Parlamento europeo, Commissione, Consiglio.
E l’Italia è giustamente orgogliosa di avere la responsabilità di esserne parte trainante. Oggi, in particolare, con le conseguenze dell’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina, si stanno, tuttavia, determinando conseguenze pesanti anche sul terreno economico, con fenomeni di inflazione che possono mettere in discussione la ripresa. È una sfida che riguarda tutto il nostro sistema. Dobbiamo saper avvicinare le aziende, anche quelle di minor dimensione, alla digitalizzazione, alla internazionalizzazione, avvicinandole all’accesso a fonti di finanziamento eque e affidabili, valorizzando il nostro risparmio.
Sappiamo che partecipazione e unità sono essenziali per la coesione. La dimensione della crescita da sola non basta: perché non può esservi divaricazione tra economia e società. Le Camere di commercio sono diffuse nell’intero territorio nazionale, e non sfuggono certamente alla vostra capacità di osservazione, di analisi e di intervento, oltre alle diseguaglianze sociali, quelle territoriali che, accanto alla questione fondamentale del Mezzogiorno, ripropongono oggi temi come quelli delle aree interne, con il loro potenziale sottoutilizzato di crescita, è una grande impresa quella di assicurare il progresso di tutto il Paese.
E in questa impresa siete, a buon titolo, coinvolti. Siamo, è stato poc’anzi ricordato, ai 75 anni della Costituzione. Una Costituzione largamente fondata sulle comunità delle autonomie sociali, territoriali e funzionali”. “Nel ringraziarvi per il vostro impegno, mi permetto di rivolgere a voi l’invito che, in un contesto ben diverso, Alcide De Gasperi rivolse nel dopoguerra, quando occorreva ricostruire l’Italia dalle macerie e, insieme, edificare un’autentica democrazia. È il momento per tutti, a partire dall’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, di “mettersi alla stanga”“.
(foto ANSA)