
Costi ingenti per le famiglie italiane in vista di un traguardo, quello del 2030, troppo vicino
Secondo quanto reso noto da Silvi Costruzioni Edili, azienda attiva in progettazione, costruzione e ristrutturazione di fabbricati i costi dell’adeguamento alle nuove direttive Ue sulle cosiddette case green potrebbero avere impatti importanti sulle famiglie italiane.
Le regole che potrebbero essere imposte dall’Unione Europea, infatti, prevedono che, non solo tutti gli edifici costruiti dopo il 2028 siano ad emissioni zero ma anche che entro il 2030 gli edifici residenziali debbano rientrare nella classe energetica E e, entro il 2033, in quella D. Secondo questi parametri, però, meno della metà degli immobili riuscirà ad adeguarsi agli standard di efficienza energetica.
Da specificare che le classi energetiche fissate dall’Ue sono differenti da quelle attualmente vigenti in Italia. Infatti attualmente, basandosi su dati Istat, Enea, Agenzia delle Entrate (Catasto), PoliMi (Smart Building Report 2022) e Icsr, Silvi Costruzioni Edili ha stabilito che ben il 62% degli immobili, italiani si trova in una fascia molto più bassa (F o G). Tradotto in numeri si parla di 21 milioni di immobili residenziali su 34 di quelli analizzati dai dati.
Orientativamente (in realtà le regole Ue dovranno ancora essere perfezionate), si parla di sostituire infissi e caldaie, installare pannelli fotovoltaici e occuparsi del cappotto termico
«In un edificio-tipo di 4 piani fuori terra a circa 400 metri sul livello del mare costruito negli Anni Ottanta, con appartamenti della superficie media di 100 metri quadrati, includendo l’intervento sull’involucro esterno, pareti, copertura e solaio, il passaggio dalla classe G alla classe D comporta un costo medio che oggi si può stimare in circa 60mila euro ad appartamento», puntualizza Gianni Silvi Ceo di Silvi Costruzioni Edili. Insomma, costi ingenti per le famiglie italiane, in vista di un traguardo, quello del 2030, troppo vicino.
FOTO: Imagoeconomica