
L’aumento esponenziale della domanda di materiali indispensabili per la creazione delle batterie nei prossimi anni potrebbe essere un’incognita
Un possibile ostacolo nel tortuoso percorso della transizione verso l’elettrico potrebbe essere rappresentato paradossalmente proprio dalle batterie. Con l’aumentare della domanda di auto e camion elettrici, soprattutto in vista dei target imposti dalle normative di riferimento, aumenterà sicuramente anche la domanda di metalli indispensabili per le batterie. La produzione e l’estrazione di questi materiali, soprattutto con l’aumento della richiesta, potrebbero diventare un problema.
In particolare sarebbero cinque i minerali che gli esperti dell’industria ritengono “critici” per la transizione e che potrebbero mettere a rischio le catene di approvvigionamento: litio, cobalto, manganese, nichel e grafite. Secondo le ultime dichiarazioni del CEO di Ford Jim Farley
«Sia il litio che il nichel sono davvero i principali prodotti vincolanti. Normalmente li riceviamo da tutto il mondo: Sud America, Africa, Indonesia. Vogliamo localizzarne la lavorazione e l’estrazione in Nord America».
Farley ha sottolineato che anche i metalli grezzi estratti negli Stati Uniti spesso vengono rispediti in Cina per essere lavorati, un passaggio che, attraverso agevolazioni e finanziamenti, si starebbe cercando di evitare sia per motivi geopolitici che di ottimizzazione dei costi e della produzione.
«Il grande cambiamento riguarderà sia tutta la parte onshore ma anche quella inerente l’estrazione del materiale negli Stati Uniti. Sarà un lavoro enorme, proprio come lo è stato per i semiconduttori».
Nel 2021, i veicoli elettrici hanno rappresentato circa il 10% di tutte le vendite di veicoli a livello globale, secondo l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA). Entro il 2030, BloombergNEF prevede che la metà di tutte le vendite di auto negli Stati Uniti saranno veicoli elettrici. Un risultato che sarà favorito anche dai vantaggi fiscali offerti dall’Inflation Reduction Act.
FOTO: Imagoeconomica