
Si tratta, secondo quanto evidenziato nel documento, di una tecnologia chiave insieme alle rinnovabili
«Un quadro industriale e finanziario favorevole per i progetti nucleari» che al tempo stesso promuova «la ricerca e l’innovazione in particolare per i piccoli reattori modulari e i reattori modulari avanzati».
L’atomo come “tecnologia chiave insieme alle rinnovabili” e per questo motivo si chiede il rafforzamento della cooperazione industriale, delle catene del valore europee e l’agevolazione delle capacita’ finanziarie»
Da Parigi, al termine di una riunione della Commissione europea, arriva una nota in cui tredici Paesi Ue, tra i quali si pensava ci fosse anche l’Italia, sarebbero favorevoli ad esplorare l’opzione dei piccoli reattori modulari visti come strumenti «che possono contribuire, insieme alle grandi centrali nucleari, al raggiungimento degli obiettivi climatici dell’Ue e alla sicurezza energetica, sviluppando competenze e indipendenza tecnologica».
Poi in serata è arrivata la smentita.
«L’Italia non ha firmato alcun documento al termine della riunione sul nucleare svoltasi questa mattina a Bruxelles su iniziativa della Francia e a cui hanno partecipato in tutto tredici Paesi”. Lo hanno precisato fonti del ministero dell’Ambiente che confermano la partecipazione dell’Italia come osservatore ma smentiscono la firma sul documento citato.
Foto: ANSA/ CLAUDIO PERI