Gli investitori sembrano ormai certi che sia stato evitato l’effetto contagio dopo le chiusure di Silicon Valley Bank e Signature Bank, anche grazie all’intervento delle autorità statunitensi
Apertura in rialzo a Wall Street, dopo il rallentamento dell’inflazione a febbraio. La misura preferita dalla Federal Reserve per calcolarla, il dato Pce (personal consumption expenditures price index), è aumentata del 5% rispetto a un anno prima, dopo il 5,3% di gennaio (rivista dall’iniziale 5,4%), contro attese per un dato al 5,1%.
Dopo i primi minuti di scambi, il Dow Jones sale di 159,46 punti (+0,49%), lo S&P 500 è in rialzo di 14,54 punti (+0,36%), il Nasdaq guadagna 27,53 punti (+0,23%). Il petrolio Wti al Nymex sale dello 0,75% a 74,93 dollari al barile.
La componente “core” del dato, depurata dagli elementi volatili, è cresciuta del 4,6% rispetto a un anno prima, contro attese per una conferma del 4,7% di gennaio. Grazie al recente rimbalzo dei titoli tech, il Nasdaq 100 si avvia a registrare il suo miglior trimestre dagli ultimi tre mesi del 2020, dato che il conto, alla chiusura di ieri, era in rialzo del 14,8%; trimestre in rialzo anche per lo S&P 500 (+5,5%), mentre il Dow Jones sta perdendo quasi l’1%. Per il mese, invece, situazione positiva per tutti e tre i maggiori indici: il Dow Jones sta guadagnando lo 0,6%, lo S&P 500 il 2%, il Nasdaq è in rialzo del 4,9%.
Ieri, seconda seduta consecutiva in rialzo, con il sereno tornato sul settore bancario e la speranza che la Federal Reserve fermi presto l’aumento dei tassi d’interesse, rinfocolata dalle parole, ieri, di un paio di esponenti della Banca centrale statunitense e dai dati economici pubblicati.
Gli investitori sembrano ormai certi che sia stato evitato l’effetto contagio dopo le chiusure di Silicon Valley Bank e Signature Bank, anche grazie all’intervento delle autorità statunitensi.
La fuga dei depositi dalle banche più piccole ai colossi nazionali è proseguita nella settimana terminata il 15 marzo, secondo i dati della Fed: i depositi nelle banche minori sono crollati di 120 miliardi di dollari, mentre quelli nei 25 maggiori istituti nazionali sono aumentati di quasi 67 miliardi. Nella settimana tra il 22 e il 29 marzo, sono diminuiti i prestiti presi complessivamente dalle banche tramite il nuovo Bank Term Funding Program, istituito all’inizio della crisi, e il consueto programma di prestiti diretti alle banche, dai circa 164 miliardi di dollari di ciascuna delle due precedenti settimane a 152,6 miliardi.
Passando all’azionario, il titolo di Virgin Orbit affonda (-40%) dopo che l’azienda aerospaziale ha annunciato ai dipendenti, secondo la Cnbc, che cesserà l’attività “per l’immediato futuro”, licenziando quasi il 90% dei suoi dipendenti. I titoli di Walmart e Boeing sono i migliori sul Dow Jones, con rialzi rispettivamente dell’1,4% e dell’1,1%, mentre Intel (-0,6%) e Microsoft (-0,12%) sono gli unici in calo. Tutti in positivo gli undici settori sullo S&P 500, a partire dall’immobiliare (+1,15%) per chiudere con il tecnologico (+0,02%).
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