Favorire la regolarizzazione di questo tipo di lavoratori porterebbe nelle casse dello Stato un gettito fiscale di 184,5 milioni di euro
Il decreto flussi per il lavoro domestico “non corrisponde alle necessità di immediatezza e fiducia, necessarie per l’assistenza alla persona”.
Dito puntato contro il decreto del governo Meloni per le quote di lavoratori stranieri ammessi in Italia, per il 2023, da parte di Domina, l’associazione dei datori di lavoro domestico, che “registra, ad oggi, il più alto tasso di irregolarità in Italia, pari al 51,7%, contro il 12,0% medio di tutti i settori, possiamo calcolare che gli stranieri che svolgono un lavoro domestico informale siano circa 720mila”.
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Favorire la regolarizzazione di questo tipo di lavoratori porterebbe nelle casse dello Stato un gettito fiscale di 184,5 milioni di euro. Se l’obiettivo dell’aumento delle quote di ingressi regolari, secondo il Governo, ha il duplice obiettivo di soddisfare la richiesta di manodopera delle imprese italiane e rappresentare un’alternativa concreta ai barconi, il decreto, approvato a Cutro lo scorso 9 marzo, non tiene conto, secondo Domina, che in Italia sono già presenti almeno 500mila stranieri irregolari, molti dei quali impiegati nelle attività di cura, soprattutto agli anziani.
Per stimare i potenziali beneficiari di un’eventuale “sanatoria”, Domina, con il proprio osservatorio, parte dal numero di stranieri presenti in Italia che ad oggi – si stima – lavorino nel settore domestico in maniera irregolare.
Il meccanismo della “sanatoria” attrae lavoratori di altri settori, motivo per il quale “è possibile ipotizzare prudenzialmente che, dei 500mila irregolari oggi presenti in Italia, il 30% sia costituito da lavoratori domestici”.
Si tratta, dunque, di 150mila cittadini stranieri non comunitari, senza regolare permesso di soggiorno, già oggi impiegati nei lavori di cura e assistenza.
Lo studio di Domina considera che i loro redditi siano compresi nelle prime tre classi: 0-10 mila euro; 10-15 mila euro; 15-25 mila euro. Per ognuna di esse, l’Osservatorio di Domina ha individuato prima un reddito medio e di conseguenza una Irpef con le relative addizionali. Il valore medio è stato moltiplicato per il numero di lavoratori regolarizzati di ogni classe, ottenendo il gettito Irpef e le addizionali totali pari a 57,1 milioni di euro.
A queste entrate vanno aggiunte quelle derivanti dai contributi assistenziali e previdenziali, calcolati in base ai dati Inps sui contributi versati per il lavoro domestici: la stima è di 179,5 milioni di contributi assistenziali e previdenziali. Sommando le diverse voci, il gettito complessivo per lo Stato sarebbe di 236,6 milioni di euro. Considerando le voci deducibili, il saldo finale sarebbe pari a 184,5milioni (tolte, appunto le deduzioni calcolate in 52 milioni).
(foto SHUTTERSTOCK)