
Alcuni lavori potrebbero essere a rischio a causa della diffusione dell’Intelligenza Artificiale
Nell’ultima analisi dell’Unicusano si studiano l’impatto dell’AI, l’Intelligenza artificiale, sia nella vita quotidiana, quindi l’aiuto che può offrire a lavoratori, studenti e, perché no, casalinghe, sia le sue applicazioni future in tutti gli ambiti. In realtà, come dimostra l’analisi, molto più della metà delle aziende (il 59%) la utilizza anche perché si tratta di un mercato che al momento supera i 62 miliardi di dollari ma che nel 2026 potrebbe toccare i 300 miliardi di dollari. Guardando solo al ramo dei Chatbot – come appunto il più famoso Chat GPT – nel 2016 valevano 190,8 milioni di dollari con tassi di crescita del+555% che entro il 2025 raggiungeranno, come valore l’ 1,25 miliardi di dollari.
Un mercato nel quale l’Italia appare come un attore di secondo piano per le applicazioni. Infatti soltanto 6 aziende su 10 hanno avviato almeno una progettualità di AI nei settori dei servizi finanziari, dei trasporti, del retail e dei servizi pubblici. Lo slancio si dovrebbe avere nel 2024 quando, per l’Italia è prevista una crescita del 41,4% solo in ambito imprenditoriale.
Ma non mancano i timori per una nuova tecnologia che potrebbe avere conseguenze, oltre che sulla società, anche sul mondo del lavoro. Infatti potrebbero essere 15 milioni i lavoratori a rischio solo in Europa e 73 milioni negli USA.
Il 71% degli italiani, secondo una ricerca condotta da Ipsoa e ripresa dall’Unicusano, teme un impatto negativo sull’occupazione. In particolare copywriter, insegnanti, traduttori, ma anche programmatori, marketer e ricercatori, tutti provenienti da ambiti già toccati dalle più recenti applicazioni di intelligenza artificiale. Uno scenario che dall’analisi di Unicusano dipinge i prossimi sette anni contraddistinti da una progressiva perdita di posti di lavoro. A conti fatti, come detto, saranno circa 15 milioni in Europa e 73 negli USA.
Al di là di questo aspetto il 60% degli intervistati riteìiene che, invece, l’AI potrebbe dare una mano in diversi ambiti come l’istruzione, l’intrattenimento, l’apprendimento, lo shopping, i trasporti, l’ambiente.
Un settore a parte, invece, è l’automotive. Infatti per sua stessa natura dovrebbe essere quello che maggiormente e meglio si presta allo sfruttamento dell’Ai. Ma la e non consente la sperimentazione di veicoli a guida automatica con automazione maggiore della classificazione SAE 2 (veicoli a “guida cooperativa”, con sistemi di ausilio alla guida).
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