
Sferanet di Cristiano Rufini dopo l’ultimo aumento di capitale è l’azionista di controllo col 53,29%
Olidata torna a quotarsi in Borsa dopo 7 anni di sosensione. Il nome storico dell’informatica italiana esce dalla crisi grazie a Sferanet di Cristiano Rufini che dopo l’ultimo aumento di capitale è l’azionista di controllo col 53,29%. Si è verificata l’ultima condizione per la riammissione a Piazza Affari, ovvero l’autorizzazione alla pubblicazione del prospetto informativo da parte della CONSOB per l’ammissione alle negoziazioni delle nuove azioni derivanti dall’aumento di capitale.
La campanella suona oggi e ad attenderla ci sono 4.500 piccoli azionisti, tra cui i dipendenti.
La crisi di Olidata, ricorda il prospetto informativo pubblicato oggi, ha avuto origine nel biennio 2009-2010, quando la società si è trovata a fronteggiare una situazione generale di illiquidità dei mercati e di contrazione degli ordini, che ha comportato un conseguente squilibrio economico, finanziario e patrimoniale. Dopo alcuni tentativi falliti di risanamento nel 2016 è stata messa in liquidazione e Borsa italiana, il 29 marzo 2016, ha disposto la sospensione a tempo indeterminato dalle negoziazioni nel Mercato Telematico Azionario (oggi Euronext Milan) delle azioni che erano state ammesse alla quotazione nel 1999.
Nel 2022 Olidata ha cambiato socio di controllo, ora la Sferanet di Cristiano Rufini, mentre nelle scorse settimane ha sottoscritto il contratto di specialist con Banca Finnat Euramerica, comunicato i dati preliminari 2022 e confermato le direttrici del piano strategico al 2025. Cristiano Rufini ha il 53,3% del capitale di Olidata, Le Fonti Capital Partner S.r.l ha l’8,8% e altri azionisti con partecipazione inferiore al 5% hanno il 37,9%. I dati preliminari del 2022 mostrano ricavi delle vendite e delle prestazioni pari a circa 22,1 milioni di euro, un EBITDA negativo per 393 migliaia di euro e un risultato netto positivo per 10,4 milioni di euro.
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