I dati macro fanno pensare che la Fed abbia creato i presupposti di un appesantimento troppo forte dell’economia
Wall Street apre debole sui timori di una possibile recessione, timori dettati anche da alcuni dati macro sul fronte del lavoro. Le cifre rese note, infatti, suggeriscono un possibile indebolimento che ha subito instillato più di un’incertezza. Da qui l’apertura debole nell’ultima giornata di una settimana corta a causa delle festività pasquali.
Al via gli indici USA aprono tutti con il segno meno. In particolare i principali tre con un S&P 500 che perde, come anche il Dow, lo 0,2%, mentre il Nasdaq parte subito in svantaggio dello 0,5%. Richieste di sussidi settimanali e licenziamenti in aumento hanno indubbiamente influenzato il sentiment degli investitori impauriti dal fatto che la Federal Reserve, a causa degli aumenti verticali dei tassi di interesse, abbia potuto costruire un muro contro il quale l’economia rischia di andare a sbattere.
Fondamentalmente, se da un lato il mercato ha sempre chiesto un raffreddamento del settore lavorativo, dall’altra i timori erano per un’azione delle banche centrali troppo incisiva. Ma una contrazione dei principali indicatori macro potrebbe anche essere un’opportunità per la Fed stessa di rallentare la corsa. O per lo meno a fermarla nel range di un costo del denaro al 4,75%-5%.
E l’andamento dell’oro, andamento che per alcuni potrebbe portare il metallo giallo a superare il record dei 20.75 dollari dell’agosto 2020, caratterizzato in queste settimane in costante rialzo fino al superamento della soglia dei 2mila dollari, potrebbe essere un segno della paura serpeggiante.
Sul Forex si registra un rafforzamento del dollaro su euro e yen.
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