
Si tratta di un dato in aumento del 13% rispetto allo scorso anno, per rispettare le tradizioni ma sostenere anche la sopravvivenza dei 60 mila pastori duramente colpiti dalla siccità nei pascoli e dai rincari dei costi di produzione legati alla guerra in Ucraina
Quella 2023 sarà una Pasqua tradizionale per quattro famiglie su 10 che porteranno carne di agnello a tavola, in aumento del 13% rispetto allo scorso anno, non solo per rispettare le tradizioni ma anche per sostenere anche la sopravvivenza dei 60 mila pastori duramente colpiti dalla siccità nei pascoli e dai rincari dei costi di produzione legati alla guerra in Ucraina. Il dato emerge da una indagine Coldiretti/Ixe’.
Sono circa 6 milioni gli italiani e i turisti stranieri che pranzeranno fuori a Pasqua in un ristorante o in un agriturismo, anche se la maggioranza lo consumerà a casa proprio a degli amici e parenti, secondo le stime della Coldiretti.
Tra coloro che non rinunciano all’agnello, il 58% acquisterà in supermercati e macellerie quello Made in Italy e un altro 22% lo andrà addirittura a comperare direttamente dal produttore per avere la garanzia dell’origine, mentre solo un 20% non si curerà della provenienza di quel che metterà nel piatto.
Per evitare rischi e portare in tavola qualità al giusto prezzo l’appello della Coldiretti è quello di preferire carne di agnello a denominazione di origine, quella garantita da marchi di provenienza territoriale come l’Igp, o di rivolgersi direttamente ai pastori, quando è possibile. «Senza un deciso impegno dell’intera filiera agroalimentare nazionale la pastorizia italiana rischia di scomparire con l’abbandono di migliaia di famiglie che hanno fatto dell’allevamento il centro della loro vita», afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
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