
Approvato dal Consiglio dei ministri il dll “Capitali”: ecco quali sono le misure che prevede
Guarda all’Europa il Ddl Capitali approvato in Consiglio dei ministri. L’obiettivo è dare un “sostegno della competitività dei Capitali” all’insegna della semplificazione a partire dalla borsa e dalle regole per le quotazioni.
Si alza poi la soglia per le pmi quotate, che da 500 milioni arriva a 1 miliardo mentre l’educazione finanziaria nelle scuole diventa legge, fissando un piano triennale d’intesa con la Consob e Bankitalia.
Sul fronte della Borsa è previsto un alleggerimento del Tuf (il testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria), laddove si fa riferimento ad alcuni regolamenti Consob per le società italiane che si vogliono quotare.
Tra questi quello sui “criteri di trasparenza contabile e di adeguatezza della struttura organizzativa e del sistema dei controlli interni per le società controllate costituite e regolate dalla legge di Stati non appartenenti all’Unione europea”.
Eliminato anche il regolamento sui “criteri di trasparenza e i limiti per l’ammissione alla quotazione sul mercato mobiliare italiano delle società finanziarie, il cui patrimonio è costituito esclusivamente da partecipazioni“.
Congelata poi fino al 30 aprile del 2025 la maggioranza rafforzata del voto favorevole di almeno 2/3 in assemblea prevista dal codice civile per gli aumenti di capitale. La nuova norma si applica “a condizione che sia rappresentata almeno la metà del capitale sociale” in assemblea per gli aumenti di capitale con nuovi conferimenti, esclusi i casi del diritto di opzione fino al 20% del capitale, e per l’attribuzione agli amministratori della facoltà di aumentare il capitale sociale.
Guarda all’Europa il rialzo da 3 a 10 diritti di voto per azione in assemblea, per rendere il voto plurimo italiano più in linea con quanto avviene ad esempio in Olanda. Sale fino a 1 miliardo di euro la soglia per le pmi quotate rispetto ai precedenti 500 milioni, per allargarne la platea, rendendo possibile la dematerializzazione delle azioni come già avviene per le altre società quotate.
Occhio di riguardo anche per gli investimenti sull’economia reale, con l’affiancamento degli enti previdenziali privati e privatizzati ai “soggetti abilitati” all’intermediazione finanziaria ai sensi del Tuf. Poi c’è il capitolo sull’educazione finanziaria, che parte dal principio della “partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale economica e sociale delle comunità” da parte dei cittadini.
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