
Tassi alti ancora a lungo e, forse, anche qualche altro fallimento bancario in vista. Ma non c’è da spaventarsi, anzi…
Secondo le previsioni del CEO di JP Morgan, Jamie Dimon, i tassi di interesse non solo potrebbero, con ogni probabilità, rimanere alti anche più a lungo di quanto inizialmente pronosticato, ma potrebbero rivelarsi anche un bene per l’economia a stelle e strisce. Ed è anche per questo motivo che investitori ed operatori dovrebbero augurarsi tassi alti a lungo. Il motivo? Semplice: un livello alto del costo del denaro metterà in evidenza tutti coloro che, più deboli, non potranno reggere l’urto. Da qui una sorta di operazione di pulizia e di selezione naturale.
Dopo il crollo visto con la Silicon Valley Bank «le persone devono essere preparate per il potenziale pericolo di trovare tassi più elevati più a lungo del previsto. Se e quando ciò accadrà, saranno messi in luce i problemi di coloro che sono troppo esposti ai tassi variabili e troppo esposti al rischio di rifinanziamento» Esposizioni che si troveranno in diversi rami dell’economia.
La politica di aumenti di tassi di interesse è nata dalla necessità di frenare il rialzo quasi verticale dell’inflazione. Ironia della sorte, è stata la recente crisi delle cosiddette banche regionali statunitensi a far temere un rallentamento economico e, in ultima analisi, a far sperare in un rallentamento, se non addirittura in un’inversione di rotta, anche dei rialzi imposti dalla Federal Reserve già entro la fine dell’anno. Fallimenti bancari che, secondo quanto detto da Dimon, potrebbero continuare a verificarsi.
Da parte sua, infatti, JP Morgan sta già andando oltre e studiando come tassi vicini al 6% (attualmente gravitano intorno al 5%) potrebbero impattare sulle varie società finanziarie. In attesa della pubblicazione delle trimestrali (la stagione partirà proprio in questi giorni e le proiezioni per le banche sono positive) la previsione di Dimon è per altri potenziali fallimenti bancari in arrivo nel prossimo futuro.
Tassi più elevati metterebbero ulteriore pressione sulle banche di medie dimensioni come First Republic, istituti che sono stati danneggiati durante la scrisi del settore bancario verificatasi nelle scorse settimane. Un’analisi che, di fatto, va contro l’idea comune secondo cui, appunto, nella seconda seconda metà di quest’anno, i tassi possano raggiungere il 4% entro il prossimo gennaio.
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