
Quando si parla di politica gli Stati Uniti sono legati a simboli specifici che affondano le radici nella storia
Negli Stati Uniti, come è noto, i partiti che si contendono il potere sono due, quello Repubblicano e quello Democratico. Il primo appartenente all’area conservatrice, il secondo a quella più progressista. Entrambi i partiti hanno un animale come loro simbolo, quello dei repubblicani è l’elefante, quello dei democratici è l’asino.
Il motivo? Come spesso accade per gli Stati Uniti, bisogna andare a vedere nella storia politica recente, in particolare quella del 1800. Infatti nel 1828 il rappresentante democratico Andrew Jackson, durante la campagna elettorale, viene soprannominato jackass, ovvero somaro dai suoi avversari. Un epiteto che Jackson decise di trasformare nella propria mascotte. In realtà è stato poi il disegnatore Thomas Nest che, successivamente e per la precisione nel 1870, in una sua vignetta rispolverò l’asino come simbolo del partito. Un simbolo che, è bene dirlo, pur essendo stato riconosciuto dai democratici, non è stato mai reso ufficiale.
A differenza, invece, di quanto accaduto per l’elefante repubblicano. Anche in questo caso l’origine si trova nella storia politica dell’800, in una vignetta e, per giunta, proprio dello stesso Nast. Era il 1874 ed Ulysses Grant, repubblicano, si preparava a candidarsi per un terzo mandato (evento non contemplato dalla Costituzione USA se non in casi eccezionali).
Da qui l’accusa di cesarismo da parte dei democratici. Proprio in quel periodo si diffuse la notizia di una fuga di animali dallo zoo di New York notizia, poi rivelatasi falsa ma che generò il panico. Ed ecco che Nast associa i due eventi e crea una vignetta in cui un elefante (Grant e per esteso tutto il partito repubblicano visto come una sorta di elefante in gabbia) che mette in fuga un somaro (l’avversario democratico) travestito da leone (che rappresenta il cesarismo da loro invocato).
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