
Scossa la fiducia sul settore con una tempesta di cui ancora si avvertono le conseguenze
Tutti ancora ricordano la tempesta sui bancari arrivata con il crollo di Credit Suisse. Il salvataggio del colosso elvetico, da parte di UBS, altro gigante della finanza, non ha però impedito che dalle casse di Credit Suisse, nelle settimane scorse, avvenisse un deflusso per circa 4.4 miliardi, in particolare dai fondi degli Stati Uniti e dell’Europa.
Numeri alla mano, forniti da Morningstar Inc, dai fondi europei di Credit Suisse ci sarebbero stati riscatti netti pari a 3,8 miliardi, avvenuti tra il 20 marzo e il 6 aprile ed altri 575 milioni di dollari sarebbero partiti, invece, da quelli a stelle e strisce. Si tratta, però, di dati giornalieri che non rappresentano l’intero universo della gestione patrimoniale di Credit Suisse. Da sottolineare che il trend dei deflussi sembrerebbe essere in discesa quindi, analizzando i dati, si potrebbe intendere un rallentamento.
Ma la strada per completare l’intera operazione appare tutt’oggi particolarmente complessa dal momento che Colm Kelleher, presidente di UBS, ha dichiarato che ricordato che l’integrazione dei due gruppi potrebbe richiedere fino a 4 anni per essere completata.
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