Arrivano nuove prassi nel comparto del credito revolving. In Bankitalia preferiscono lo smart working giovani e con figli a carico
Sale a febbraio l’ammontare dei Titoli di Stato italiani in portafoglio agli investitori esteri. Lo dicono i dati pubblicati oggi da Banca d’Italia. In particolare le posizioni degli investitori esteri sono aumentate di 4,6 miliardi di euro dopo il calo di 5,5 miliardi in gennaio.
La Banca d’Italia torna a intervenire nel comparto del credito revolving, il finanziamento flessibile e ripagato a rate spesso associato a una carta di credito, per meglio tutelare i clienti ch rischiano un sovraindebitamento. L’istituto chiede “un’autovalutazione dei propri assetti, procedure e prassi” e, nel caso, intervenire entro tre mesi e comunque entro il 2023. Dalle ispezioni e controlli sono emerse infatti “disomogeneità nell’interpretazione di talune previsioni normative, criticità nel governo e nel controllo del prodotto, debolezze nelle modalità di offerta e di collocamento dello stesso e ambiti di miglioramento delle condotte tenute dagli operatori vigilati“.
Giovani, pendolari o persone con figli piccoli. Queste le categorie che hanno finora fatto ricorso allo smart workig fra i dipendenti della Banca d’Italia. Come emerge da un’analisi sui comportamenti effettivi (e non da un questionario) la propensione al lavoro da remoto è più elevata per chi ha maggiore commuting time (tragitto casa lavoro) e per chi ha figli piccoli. Il lavoro da remoto, spiega l’analisi “è un importante fattore di attrazione per le nuove generazioni di lavoratori, che anche in Banca d’Italia risultano più favorevoli a questa modalità di lavoro. Non si registrano invece significative differenze di genere“.
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