
L’alta percentuale di Neet, il basso tasso di occupazione e il forte rischio povertà collocano l’Italia al di sotto della media europea. La situazione economica è peggiore per un italiano su tre
In Italia è allarme Neet-lavoro-povertà. Lo dice l’Istat nel rapporto sul Benessere equo e sostenibile secondo cui l’alta percentuale di giovani che non studiano e non lavorano, il basso tasso di occupazione e il forte rischio di povertà collocano l’Italia al di sotto della media europea.
La maggior parte degli indicatori del Bes disponibili per il confronto con la media dei paesi europei mostra infatti una situazione peggiore per l’Italia. Tra questi spicca la quota di giovani di 15-29 anni che si trovano al di fuori del contesto di istruzione e non sono occupati (Neet), che in Italia raggiunge il 19% rispetto all’11,7% della media Ue27, e la quota di persone di 30-34 anni che hanno completato un’istruzione terziaria, il 27,4% in Italia e il 42,8% in media Ue27. Per il lavoro, il tasso di occupazione italiano nel 2022 è di circa 10 punti percentuali più basso rispetto a quello medio europeo (74,7%), con una distanza particolarmente accentuata tra le donne (55% in Italia rispetto a 69,4% per la media Ue27).
Inoltre la quota di coloro che dichiarano di aver visto peggiorare la propria situazione economica rispetto all’anno precedente è di oltre uno su tre, un livello mai raggiunto in precedenza.
Il rapporto sul Benessere equo e sostenibile 2023 registra progressi, rispetto al periodo pre-Covid del 2019, più diffusi nei domini sicurezza, qualità dei servizi e lavoro e conciliazione dei tempi di vita dove oltre il 72% degli indicatori migliora rispetto al 2019.
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