
La cifra, già di per se impressionante, è in crescita di 11 miliardi rispetto all’anno prima
Le famiglie italiane detengono direttamente circa 50 miliardi di “titoli di debito complessi” in crescita di 11 miliardi rispetto all’anno prima.
Si tratta di titoli, rileva la Banca d’Italia, come i certificates e le obbligazioni subordinate At1 (balzate agli onori delle cronache a marzo dopo che Credit Suisse ha azzerato le sue, ndr) che espongono il possessore “al rischio di perdite significative al verificarsi di uno scenario sfavorevole”.
L’indicazione emerge da una comunicazione della Banca d’Italia nella quale si ricorda che via Nazionale ha il “potere di intervento sui prodotti”, ossia può vietare o limitare la vendita di strumenti finanziari da parte di una banca o altro intermediario alla clientela con l’obiettivo di “preservare la stabilità del sistema finanziario” italiano.
Via Nazionale, pur riconoscendo che i rischi per la stabilità finanziaria risultino al momento contenuti, fa scattare un campanello d’allarme aggiungendo che, comunque, si tratta di titoli rischiosi e che l’aumento dei certificates dello scorso anno, pari a 11 miliardi “è interamente riconducibile agli investitori al dettaglio”.
L’analisi della Banca d’Italia mette in luce che alla fine dello scorso anno i circa 50 miliardi di titoli complessi detenuti dalle famiglie italiane rappresentavano circa il 18% del totale dei titoli di debito detenuti dalle famiglie e l’1% per cento della loro ricchezza finanziaria (dato riferito a settembre).
Più in generale i titoli complessi in circolazione in Italia (detenuti anche da altri soggetti quindi come le banche) a fine 2022 erano pari a 303 miliardi.
Gli strumenti complessi più comuni sono le cartolarizzazioni (38% del totale pari a 115 miliardi) le obbligazioni subordinate (29% per un ammontare complessivo di 89 miliardi) e i certificates (17% per un ammontare di 52 miliardi). Nella famiglia dei bond subordinati le At1 ammontavano a 25 miliardi (8% del totale dei titoli complessi).
Nel corso del 2022 la fotografia dinamica di queste attività ha mostrato un aumento “significativo” della circolazione di certificates di cui “le famiglie ne detengono la maggior parte (il 70%)“.
“La Banca d’Italia continuerà quindi a prestare particolare attenzione all’evoluzione di questo mercato” scrive via Nazionale anche considerando appunto che una buona parte è finito nei portafogli delle famiglie per un ammontare di 11 miliardi portando quindi il totale di certificates nei portafogli del retail a 37 miliardi.