Nel 2022, Pichai aveva ricevuto un compenso di 6,3 milioni e nessun riconoscimento in titoli. Oggi è a 226, mentre l’azienda licenzia 12mila persone
Alphabet, la holding a cui fa capo Google, riconosce al suo amministratore delegato Sundar Pichai un maxi compenso da 226 milioni di dollari per il 2022, di cui un premio in azioni triennale pari a 218 milioni.
Nel 2021, riporta l’agenzia Bloomberg, Pichai aveva ricevuto un compenso di 6,3 milioni e nessun riconoscimento in titoli. Nel 2019 aveva incassato invece 281 milioni, incluso un pacchetto di azioni simile a quello accordatogli per lo scorso anno. Il maxi compenso arriva mentre l’industria tecnologica è in rallentamento, con migliaia di licenziamenti annunciati, e i salari degli amministratori delegati sono finiti nel mirino delle critiche.
Intanto, Google ha sospeso la costruzione di un enorme campus nella città di San Jose, nella Silicon Valley, per contenere i costi. Lo riferisce la Cnbc. La società madre di Google, Alphabet, all’inizio di quest’anno ha annunciato che avrebbe tagliato circa 12 mila posti di lavoro a livello globale, citando il difficile contesto economico. Alphabet ha riportato entrate e profitti inferiori alle attese negli ultimi tre mesi dello scorso anno, poiché la congiuntura sfavorevole ha pesato sulla raccolta pubblicitaria. Il colosso di Internet pubblicherà i suoi nuovi dati trimestrali la prossima settimana.
Cnbc ha citato fonti riservate secondo le quali il progetto è stato sospeso senza che agli appaltatori sia stata fornita alcuna informazione su quando potrebbero riprendere i lavori. Il piano prevedeva la costruzione di un campus di 32 ettari con uffici, unita’ abitative e parchi pubblici.
I tagli al budget di Alphabet seguono la consistente ondata di assunzioni coincisa con l’apice della pandemia di coronavirus, quando le grandi compagnie digitali si affannarono a soddisfare la crescente domanda di servizi online legata ai confinamenti. Secondo gli analisti, le aziende del settore avevano effettuato spese eccessive senza prevedere un successivo rallentamento una volta archiviata l’emergenza.
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(foto WIKIPEDIA)