Vivendi prosegue la sua campagna italiana, mentre i conti generali della holding francese tengono, con il proseguimento dell’operazione di acquisizione di Lagardere
L’Italia “fa parte della nostra strada e ci vogliamo restare”. Per Tim si lavora con le istituzioni e gli altri azionisti perché sia riconosciuto “il reale valore”, soprattutto alla rete. Ma la “situazione è insolita” e bisogna aprire un “nuovo capitolo”.
Vivendi, come riferisce l’Ansa, prosegue la sua campagna italiana, mentre i conti generali della holding francese tengono, con il proseguimento dell’operazione di acquisizione di Lagardere. Vivendi in Italia è primo azionista di Tim e secondo di Mfe-Mediaset, anche se dal Biscione si è impegnata a uscire.
“In gennaio abbiamo deciso di lasciare il cda di Tim per poterci dedicare liberamente al nostro ruolo di azionisti di lungo termine: è ciò che stiamo facendo con le istituzioni e con i vari stakeholder per ottenere che venga riconosciuto il reale valore” dell’azienda e della sua rete, afferma l’amministratore delegato dei francesi, Arnaud de Puyfontaine.
“Saremo attivi nel prossimo capitolo che sarà scritto e la valutazione della nostra quota in Tim avrà un valore maggiore rispetto a oggi”, aggiunge de Puyfontaine durante l’assemblea del gruppo con sede a Parigi, confermando che “l’Italia fa parte della nostra strada e ci vogliamo restare: ora c’è una situazione insolita ma vogliamo risolverla e ci stiamo lavorando con convinzione”, conclude l’amministratore delegato della holding francese.
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“Tutti i nostri business hanno fatto progressi nel corso del primo trimestre”, ha commentato in assemblea Yannick Bolloré, presidente del supervisory board, e “la buona partenza dell’anno ci consente di guardare al 2023 con fiducia”.
All’aumento dei ricavi hanno contribuito per 32 milioni Canal+, per 20 milioni Havas e per 10 milioni Gameloft. In Borsa comunque accoglienza tiepida per i conti di Vivendi: il titolo ha chiuso a Parigi in calo dell’1,1% a 9,8 euro con l’indice principale piatto, mentre Tim in Piazza Affari ha segnato un ribasso dell’1,3% a 0,26 euro.
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(foto ANSA)