
Lo rileva uno studio della Fim-Cisl, secondo cui “non basta il piccolo taglio al cuneo fiscale. Contro il fiscal drag è necessario adeguare subito gli scaglioni delle aliquote e le detrazioni al valore dell’inflazione”
Per i lavoratori metalmeccanici il fisco è diventato “insostenibile”. Più si contratta salario, più aumentano le tasse. I 207 euro lordi contrattati in Stellantis, per esempio, tassati al 50% diventano 103,4 netti.
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Lo rileva uno studio della Fim-Cisl, secondo cui “non basta il piccolo taglio al cuneo fiscale. Contro il fiscal drag è necessario adeguare subito gli scaglioni delle aliquote e le detrazioni al valore dell’inflazione”.
Le tute blu della Cisl lamentano “effetti distorsivi e pesanti” di un fisco “sempre più soffocante” sulle buste paga. Il caso più emblematico è quello dei lavoratori del gruppo Stellantis che, sulla base degli importanti aumenti salariali ottenuti per il 2023 e 2024, con il recente rinnovo del contratto finiscono per essere ancora più tartassati e spremuti dalla pressione fiscale.
Per un lavoratore residente a Torino di Stellantis, con un reddito annuo di 30mila euro, i 207 euro di aumenti mensili in busta paga, che scatteranno in parte a marzo di quest’anno e in parte a gennaio 2024, vengono tassati al 50% per effetto delle aliquote marginali, del minore impatto delle detrazioni e delle progressive addizionali comunali e regionali già alte e progressive. Il risultato è che gli restano in tasca al netto, tra contributi sociali e tassazione, solo 103,4 euro dei 207 contrattati.
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