
A marzo l’export cresce su base annua del 6,6%, mentre l’import registra una flessione tendenziale del 28,1%
Cala il commercio italiano con i Paesi extra Ue. A marzo, dopo due mesi di crescita, l’export segna una riduzione su base mensile dovuta principalmente alla contrazione delle vendite di beni di consumo non durevoli, mentre l’import, in calo da settembre dello scorso anno, registra un’ulteriore riduzione congiunturale, spiegata per circa due terzi dai minori acquisti di energia e beni intermedi, favorevolmente condizionati dai ribassi dei relativi prezzi. Lo rivela l’Istat.
In particolare a marzo si stima, per l’interscambio commerciale con i Paesi extra Ue27, un calo congiunturale del 12,9% per le importazioni e del 4,6% per l’export. La diminuzione su base mensile dell’export è spiegata soprattutto dal calo delle vendite di beni di consumo non durevoli (-11,9%). In forte contrazione le esportazioni di energia (-27%) mentre aumentano quelle di beni di consumo durevoli (+2,7%) e, in misura contenuta, di beni strumentali (+0,7%) e beni intermedi (+0,3%). Dal lato dell’import, si rilevano ampie diminuzioni congiunturali per tutti i raggruppamenti.
Su base tendenziale l’export cresce del 6,6%. A esclusione dell’ energia (-19,9%), la crescita riguarda tutti i raggruppamenti. L’import registra invece una flessione tendenziale del 28,1%, cui contribuisce la contrazione di tutti i raggruppamenti e, in particolare, di energia (-35,8%).
Il surplus commerciale con i Paesi extra Ue27, sostenuto dal forte avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici, è pari a 8.455 milioni, il più alto da oltre 30 anni.
FOTO: SHUTTERSTOCK