Per quanto riguarda l’inflazione, il sondaggio ha rilevato un netto aumento in tutte le regioni nella percentuale di intervistati che prevede un’inflazione elevata nel 2023
La maggioranza dei capo-economisti del World Economic Forum si attende una crescita debole o molto debole in Europa nel 2023 e una crescita leggermente più robusta negli Usa mentre prospettive più rosee sono viste per quanto riguarda l’Asia con la riapertura della Cina.
Emerge dal nuovo Chief Economists Outlook pubblicato oggi da cui emerge anche una notevole incertezza per quanto riguarda le previsioni per l’economia globale nel suo complesso.
Per il 45% degli economisti infatti una recessione globale quest’anno è probabile mentre per una percentuale identica una contrazione del pil mondiale rimane improbabile. Inoltre la maggioranza degli economisti non vede la recente perturbazione del settore finanziario come un segno di vulnerabilità sistemica ma vengono ritenuti probabili ulteriori fallimenti bancari e turbolenze.
Per quanto riguarda l’inflazione, il sondaggio ha rilevato un netto aumento in tutte le regioni nella percentuale di intervistati che prevede un’inflazione elevata nel 2023 e il 76% dei principali economisti ha affermato di aspettarsi che il costo della vita rimanga elevato in molti paesi. I tassi di aumento dell’inflazione principale hanno iniziato ad allentarsi, ma l’inflazione core è risultata più vischiosa di quanto molti si aspettassero.
Le dinamiche sono particolarmente complesse in Europa e negli Stati Uniti, dove un’ampia maggioranza dei principali economisti (90% e 68% rispettivamente) prevede quest’anno un’inflazione alta o molto alta. La Cina rimane un valore anomalo per quanto riguarda l’inflazione, con solo il 14% che prevede un’inflazione elevata quest’anno.
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(foto SHUTTERSTOCK)