
Tre morti sul lavoro al giorno nel 2022. Settore terziario più colpito
Le morti sul lavoro sono e rimangono una piaga sociale visto che il numero delle vittime cresce. Nel primo trimestre del 2023 si registra un +3,7% rispetto allo stesso periodo del 2022: 196 vittime contro 189, con un picco di crescita nel Nord-Ovest, +22,4%. E’ quanto riporta lo studio di Eures e Uil dal titolo Gli infortuni sul lavoro in Italia: incidenza e profili di rischio.
Nel 2022 si sono contati tre morti sul lavoro al giorno, per un totale di 1.090 decessi, in calo del 10,7% rispetto al 2021, quando gli infortuni con esito mortale erano stati 1.221. Ma la flessione, sottolinea lo studio, è dovuta “esclusivamente al quasi azzeramento delle vittime sul lavoro per causa Covid-19, che passano da 294 nel 2021 a 10 del 2022“. Aumentano, infatti, gli infortuni mortali non correlati al virus, cresciuti nel 2022 del 16,5%.
Quasi la metà delle morti (46,9% nel 2021, ultimo dato disponibile) si registra nel settore terziario. Segue quello industriale che assorbe il 37,5% degli eventi, e al cui interno svolge un ruolo particolarmente significativo l’edilizia, dove si registra il 19% delle morti sul lavoro.
A margine della presentazione del rapporto il segretario della Uil Bombardieri ha lanciato una provocazione: «se vogliamo introdurre la flat tax per tutti diamo ai lavoratori dipendenti e ai pensionati tutto quello che c’è in busta paga, abolendo il sostituto d’imposta, garantendo loro di pagare con le stesse modalità con le quali pagano tutti gli altri, con la stessa comprensione da parte del fisco, se non dovessero poter pagare le tasse».
FOTO: ANSA / CIRO FUSCO