
Le elezioni in Turchia minuto per minuto. Spoglio al 91%
Aggiornamento ore 22 e 50: Il presidente uscente Recep Tayyip Erdogan è sceso sotto il 50%, al 49,9%, quando lo spoglio ha raggiunto ormai il 92% delle schede. Dati che renderanno necessario un secondo turno il 28 maggio.
Man mano che lo spoglio andava avanti il margine di vantaggio del presidente in carica è sceso gradualmente e costantemente fino ad arrivare sotto il 50%, mentre lo sfidante e leader dell’opposizione Kemal Kilicdaroglu, è invece al 45.28%.
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Aggiornamento ore 22: La Turchia è in bilico dopo 20 anni di Erdogan al potere. Secondo lo spoglio ufficiale, il presidente è un soffio sopra il 50% con oltre l’87% delle schede scrutinate ma l’opposizione contesta i dati forniti dalla tv di Stato e lo sfidante Kemal Kilicdaroglu denuncia “una farsa” in corso: “Siamo in vantaggio noi – ha scritto su Twitter -. Non dormiremo stanotte, popolo mio”.
Sinan Ogan, candidato di una coalizione di piccoli partiti di estrema destra, era invece relegato a poco più del 5% dei consensi dopo una campagna elettorale tutta giocata all’attacco dei migranti siriani arrivati in Turchia dopo l’inizio del conflitto civile nel Paese, circa 4 milioni di persone. Kilicdaroglu, leader del partito laico di centrosinistra Chp, trionfa in gran parte del sudest del Paese a maggioranza curda ma Erdogan si conferma nelle campagne e nei suoi feudi.
Nonostante lo svantaggio, l’opposizione ha più volte sostenuto di essere in testa, esprimendo pesanti critiche nei confronti dell’agenzia Anadolu, già finita al centro di scandali in passati appuntamenti elettorali e accusata varie volte di non rivelare i dati quando questi si presentavano sfavorevoli per il Sultano.
Secondo l’agenzia indipendente Anka, vicina all’opposizione, i numeri sarebbero ben altri, con Kilicdaroglu oltre addirittura al 60%. Si chiarirà soltanto nella notte il risultato definitivo delle elezioni più importanti della carriera di Erdogan e per la Turchia in generale ma il presidente in carica può già guardare con sicurezza ad un buon risultato a livello parlamentare, dove la sua coalizione risulta per ora prima con più del 50% dei consensi, cifra che le consentirebbe di avere la maggioranza nell’assemblea.
Se si confermerà tale, la vittoria della coalizione di Erdogan sarà destinata a pesare nelle prossime settimane in caso di ballottaggio il 28 maggio. L’unico dato certo comunque è che i turchi sono andati in massa a votare con un’affluenza che ha sfiorato il 90% degli aventi diritto.
Secondo il Consiglio elettorale supremo di Ankara, le operazioni di voto si sono svolte senza irregolarità. Lunghissime file si sono viste ai seggi di tutte le città, tra sostenitori di Erdogan convinti di rinnovare la fiducia al Sultano e oppositori per i quali il voto di oggi rappresentava “una questione di vita o di morte“.
Una conferma di Erdogan, secondo loro, metterebbe per sempre la parola fine all’indipendenza della magistratura, assesterebbe un colpo letale ai diritti umani e porterebbe la Turchia sull’orlo del baratro dal punto di vista economico. “Mi auguro che stasera ci siano benefici per la democrazia turca”, aveva detto il presidente dopo avere votato nel quartiere Uskudar, sulla sponda asiatica di Istanbul.
Dopo essersi recato alle urne, dove si è presentato con sua moglie Emine distribuendo denaro in contanti a dei bambini, il presidente turco è partito alla volta di Ankara per seguire lo spoglio. “A tutti è mancata la democrazia. Ci è mancato stare insieme, ci è mancato abbracciarci. Vedrete, la primavera tornerà in questo Paese se Dio vorrà e durerà per sempre”, sono state invece le parole di Kilicdaroglu che ha votato nella capitale, dove sabato si è recato ad omaggiare il mausoleo del padre della Repubblica di Turchia laica Mustafa Kemal Ataturk per chiudere la campagna elettorale mentre Erdogan veniva invece ripreso a pregare a Santa Sofia, che nel 2021 decise di riconvertire in moschea, come successe all’epoca della conquista ottomana di Costantinopoli.
Aggiornamento ore 21 e 30: Si assottiglia sempre più il vantaggio del presidente uscente Recep Tayyip Erdogan e un secondo turno il 28 maggio appare sempre più probabile. Con lo spoglio giunto ormai all’85% il margine di vantaggio del presidente in carica e’ sceso gradualmente e costantemente fino al 50,2% mentre lo sfidante e leader dell’opposizione Kemal Kilicdaroglu, è invece dato al 44.12%.
Erdogan era partito da un vantaggio del 56%, garantito dal fatto che i primi dati ad arrivare sono stati quelli di piccoli villaggi dell’Anatolia. Un margine poi assottigliatosi gradualmente con l’arrivo dei dati dai grandi centri. Al momento gli ultimi seggi di cui si attendono i dati sono quelli delle grandi città. Intorno al 5% la percentuale dei consensi raccolti dall’outsider nella corsa alla presidenza Sinan Ogan.
“Il fatto che le elezioni del 14 maggio si siano svolte sotto forma di una grande celebrazione della democrazia con pace e tranquillità è un’espressione della maturità democratica della nostra Turchia”, ha scritto in un comunicato pubblicato su Twitter Erdogan. “Mentre le elezioni si sono svolte in un’atmosfera così positiva e democratica e il conteggio dei voti è ancora in corso, cercare di annunciare i risultati in fretta significa usurpare la volontà nazionale” e “chiedo a tutti i miei sostenitori e compagni di rimanere nei seggi, qualunque cosa accada, fino a quando i risultati non saranno ufficialmente definiti”.
Aggiornamento ore 21: La coalizione politica sostiene che il presidente della Repubblica, Recep Tayyip Erdogan, è in testa nelle elezioni parlamentari svolte oggi in Turchia parallelamente alle presidenziali.
Secondo i dati pubblicati dall’agenzia di stampa statale Anadolu alle 21, con il 52,2 per cento delle schede conteggiate l’Alleanza del popolo, formata essenzialmente dal Partito giustizia e sviluppo (Akp) di Erdogan e dal Partito del Movimento Nazionalista (Mhp), braccio politico dei Lupi grigi, è davanti con il 53 per cento delle preferenze.
Più staccato al 38,2 per cento il cosiddetto Tavolo dei sei, l’alleanza che riunisce i partiti dell’opposizione guidati dal Partito popolare repubblicano (Chp) del rivale di Erdogan, il kemalista Kemal Kilicdaroglu.
Infine, l’Alleanza Lavoro e Libertà, coalizione di sinistra che annovera il Partito democratico dei popoli (Hdp), principale formazione politica curda, ha ottenuto fin qui il 8,62 per cento, dunque oltre la soglia di sbarramento del 7 per cento.