
La dichiarazione del presidente è solo l’ultima in ordine di tempo
In partenza per Hiroshima, in vista del vertice dei G7, il presidente USA Joe Biden ha dichiarato che «Se l’America facesse default, quasi otto milioni di americani perderebbero il loro posto di lavoro e gli Usa scivolerebbero in recessione. Non è un’opzione».
La sua è solo l’ultima dichiarazione, in ordine di tempo, riguardante il pericolo di un possibile default statunitense. Una possibilità che, a prescindere da quanto dichiarato da Biden, potrebbe essere effettivamente un’opzione anche se al momento si stanno registrando promettenti progressi nei colloqui. Almeno stando a quanto dichiarato, invece, da Janet Yellen segretaria al Tesoro la quale, forse anche per precauzione, ha già avvisato circa quel 1 giugno come data possibile del default.
In campo è sceso anche l’ex vicepresidente Mike Pence che ha pubblicamente respinto il suggerimento di Donald Trump sul tetto del debito, ovvero quello di lasciare andare la nazione verso il default rifiutando qualsiasi accordo con il Congresso.
Secondo Pence “Non possiamo accettare il default, non possiamo minimizzare l’impatto che avrebbe sulle famiglie americane e sulla credibilità americana nel mondo”. Un intervento che, però, ha coinvolto anche Biden accusato da Pence di avere opinioni simili a quelle di Trump per quanto riguarda la politica fiscale. Affermazioni che hanno fatto pensare a molti osservatori che Pence sia intenzionato a correre anch’egli per la Casa Bianca. Un’intenzione che, con ogni probabilità, potrebbe essere resa ufficiale non più tardi di giugno, come da lui stesso confermato.
FOTO: EPA/YURI GRIPAS / POOL