Vediamo i singoli casi
Le banche d’affari sono in disaccordo sulla crescita economica in Cina ed alcune, tra le più importanti, stanno cominciando a tagliare le stime sul Pil 2023.
Fuori da coro è Standard Chartered che ritiene che la scarsa performance economica di Pechino lo scorso anno costituisca una base di confronto bassa, suggerendo che è più facile ora per il Pil registrare una crescita solida nel 2023. La banca prevede una crescita del 5,8% quest’anno.
Ma JP Morgan sta abbassando il suo obiettivo (più alto) dal 6,4% al 5,9% e Barclays ha tagliato le attese al 5,3% dal 5,6%. Tutto questo perché l’economia mondiale sta mostrando nuovi segnali di rallentamento, mentre la ripresa post-Covid della Cina rallenta.
Barclays ha abbassato anche le stime sul Pil del secondo trimestre dal +8,4% al +7,8% su base annua. Ha citato l’indebolimento della domanda sia nel mercato immobiliare che nelle spese per consumi.
Anche Nomura ha ridotto l’outlook sulla crescita del Pil cinese. Ora gli economisti prevedono per il 2023 una espansione pari al 5,5%, rispetto al +5,9% precedente. Nomura ha motivato il downgrade con il fatto che la ripresa legata al reopening dell’economia post lockdown da Covid “si sta smorzando”. Le stime sul Pil della Cina del 2024 sono state tagliate così dalla crescita precedentemente prevista, pari a +4,4%, al 4,2%.
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