8 tra le prime 10 città dove la Tari è più cara si trovano al sud
Aumenta la Tari, la tassa sui rifiuti. Un rialzo che secondo un’indagine Uil, in 5 anni è stato del 7,7% all’interno di un trend di crescita che si rivela costante. Numeri alla mano, infatti, sempre dalla Uil informano che in media nel 2018 le famiglie avevano versato poco più di 300 euro, diventati, poi, 313 nel 2021 per poi trasformarsi nei 325 registrati nel 2023. Il calcolo nasce considerando come famiglia un nucleo di quattro componenti con una casa di 80 mq e reddito Isee di 25 mila euro.
Non solo ma andando a controllare l’elenco delle città maggiormente coinvolte, si scopre che 8 tra le prime 10 si trovano al sud anche se la prima classificata, ovvero la città con la Tari più alta, è Pisa con 519 euro medi l’anno a famiglia. Al secondo posto c’è Brindisi (518 euro) seguita a ruota da Genova (489 euro), Benevento (481 euro), Messina (476), Catania (475), Siracusa (472), Agrigento (471 euro), Taranto (459), Trapani (457). Invece, dall’altra parte della classifica, tra le città meno tartassate ci sono Belluno con 169 euro l’anno a famiglia, Novara (174), Ascoli Piceno (181 euro), Macerata (182), Pordenone (186), Brescia (187), Trento (189), Firenze (194), Vercelli (197)e Udine (204).
«Rimane intatto – commenta Ivana Veronese Segretaria Confederale UIL – il tema dell’efficienza e dell’efficacia del servizio che ha bisogno di investimenti nelle infrastrutture inerenti al ciclo integrato dei rifiuti. A tal fine vanno accelerati gli investimenti del Pnrr e dei fondi della coesione europei e nazionali che riguardano il ciclo integrato dei rifiuti».
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