
Secondo un rapporto del PoliMi raggiungere i target 2030 comporterebbe investimenti per le nuove installazioni tra i 43 e i 68 miliardi di euro, genererebbe tra i 310.000 e i 410.000 nuovi posti di lavoro e consentirebbe una riduzione delle emissioni di CO2 annuali da produzione di energia tra 39 e 51 milioni di tonnellate a partire dal 2030
L’Italia è lenta sulle rinnovabili. A lanciare l’allarme è il Rapporto sulle energie rinnovabili 2023 (Rer) realizzato dall’Energy & Strategy della School of Management del Politecnico di Milano (PoliMi), secondo cui il ritmo con cui il nostro Paese sta installando nuovi impianti a fonte rinnovabile “è troppo lento rispetto a quanto servirebbe per raggiungere gli obiettivi di 125-150 Gw al 2030 e nel frattempo l’elettrificazione dei consumi corre, e porterà al raddoppio del fabbisogno elettrico (+126%) entro il 2050“.
Raggiungere i target 2030, secondo il rapporto, comporterebbe investimenti per le nuove installazioni tra i 43 e i 68 miliardi di euro, genererebbe tra i 310.000 e i 410.000 nuovi posti di lavoro e consentirebbe una riduzione delle emissioni di CO2 annuali da produzione di energia tra 39 e 51 milioni di tonnellate a partire dal 2030.
«Il tempo che rimane fino al 2030 è poco – osserva Davide Chiaroni, vicedirettore di Energy&Strategy – e senza un’accelerazione ci troveremo con una copertura del fabbisogno elettrico da rinnovabili di solo il 34%, contro il 65% richiesto dal Fit-for-55 e i target ancora più alti di RepowerEu, che arrivano all’84% sulla generazione elettrica nazionale».
FOTO: ANSA