Durante le elezioni i mercati hanno intuito che era possibile prevedere una maggioranza piuttosto ampia e, quindi, una discreta stabilità politica
Nell’ultimo decennio, a causa della crisi dell’euro e del debito sovrano, la Grecia ha incarnato l’ideale di figliol prodigo dell’Europa. Una fama che, nel tempo, è costato molto cara alla nazione mediterranea e che l’ha costretta ad una serie di misure draconiane che ne hanno messo a dura prova la stabilità sociale. Adesso, però, sembra che le cose stiano cambiando dal momento che il mercato greco ha guadagnato oltre il 30% da inizio anno e del 40% negli ultimi 12 mesi.
Una fiducia che arriva soprattutto dopo le elezioni di domenica scorsa in cui il governo Nuova Democrazia si è assicurato una quota di voti inaspettatamente alta che gli potrebbe garantire la vincita al prossimo ballottaggio. Il 40,8% del partito Nuova Democrazia, praticamente il doppio rispetto al secondo classificato, Syriza con il 20,1% dei voti, non garantisce una maggioranza assoluta ma permette di far sperare in una vittoria relativamente semplice e di una stabilità favorita dal bonus dei 50 seggi per il partito più votato.
Anche perché, come è noto, i mercati amano la stabilità, a prescindere dallo schieramento politico. La dimostrazione potrebbe essere già quel 7% visto sull’indice ateniese quando il risultato è diventato chiaro. A questo si aggiungano anche fattori elementi con l’aumento dei volumi medi giornalieri nettamente più alti grazie al progressivo ritorno degli investitori sulla scena. Le riforme fiscali e burocratiche, una maggiore presenza sulla scena globale e solidi indicatori economici hanno migliorato la percezione della Grecia da parte degli investitori internazionale.
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