
Rapporto annuale Bce: “con inflazione alta, tassi di interesse in territorio restrittivo. A luglio scorso aumento per la prima volta in 11 anni”
«Le nostre prossime decisioni assicureranno che i tassi di interesse vengano portati a livelli sufficientemente restrittivi per ottenere un tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo di medio termine del 2%, e che saranno mantenuti a questi livelli tutto il tempo che sarà necessario». Lo ha ribadito ancora una volta il vicepresidente della BCE, Luis de Guindos nel suo intervento introduttivo alla presentazione del rapporto annuale della Bce al parlamento europeo. «Continueremo ad attenerci ad un approccio basato sui dati per determinare l’appropriato livello e la durata della restrizione (monetaria), tenendo conto del contesto di alta incertezza. A questo scopo le nostre decisioni saranno basate sulle valutazioni delle prospettive di inflazione alla luce dei dati macroeconomici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e della forza della trasmissione della nostra politica monetaria», ha aggiunto
Nel rapporto annuale la Bce ha messo in evidenza due cose: con inflazione alta, tassi di interesse in territorio restrittivo; a luglio scorso aumento tassi interesse per la prima volta in 11 anni. «Con l’evolvere delle prospettive di inflazione è apparso chiaro che conseguire un orientamento di politica monetaria sostanzialmente neutrale non sarebbe stato di per sé sufficiente. Si prevedeva che l’inflazione si sarebbe mantenuta troppo a lungo su valori eccessivamente al di sopra del nostro obiettivo del 2 per cento a medio termine e vi erano segnali che stesse diventando più persistente, con pressioni sui prezzi più generalizzate e un rafforzamento dell’inflazione di fondo. In tali circostanze abbiamo dovuto spostare i tassi di interesse in territorio restrittivo e frenare la domanda. Nel mese di dicembre, dopo l’ultima riunione di politica monetaria dell’anno, abbiamo quindi annunciato che i tassi di interesse avrebbero continuato ad aumentare in misura significativa a un ritmo costante, per raggiungere livelli abbastanza restrittivi da assicurare un tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo. Al tempo stesso abbiamo dichiarato che, sebbene i tassi di interesse di riferimento della BCE costituissero il nostro principale strumento per definire l’orientamento di politica monetaria, avremmo anche iniziato a ridurre il portafoglio dei titoli del PAA a partire da marzo 2023, a un ritmo misurato e prevedibile. Questo annuncio era stato preceduto dalla decisione di ottobre di ricalibrare i termini e le condizioni applicati alla terza serie delle nostre operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, eliminando un deterrente al rimborso volontario anticipato dei fondi in essere. Tra la fine di giugno (quando sono terminati gli acquisti netti di attività) e la fine di dicembre le attività detenute per finalità di politica monetaria hanno registrato una diminuzione di circa 830 miliardi di euro, contribuendo alla normalizzazione del nostro bilancio», si legge nella nota.
FOTO: EPA/ANDRE PAIN