
Permette la consapevolezza verso la stagionalità dei prodotti, la conoscenza del territorio, l’educazione alimentare e la scoperta di realtà produttive dimenticate
Stando a quanto reso noto, infatti, sarebbero circa 25 milioni gli italiani che acquistano cibo direttamente dai contadini. Non solo ma è proprio l’Italia il capofila in Unione Europea con una rete organizzata di mercati che coinvolge circa 15.000 agricoltori.
Quello della filiera corta a vendita diretta è un mercato che permette di avere un fatturato nazionale che si aggira sui 6 miliardi di euro all’anno. Ma i vantaggi vanno anche oltre: i mercati e l’acquisto diretto dai produttori di materie prime agricole permette lo sviluppo, da parte dei consumatori, di una nuova consapevolezza verso gli acquisti di alimentari, la stagionalità dei prodotti, la conoscenza del territorio, l’educazione alimentare oltre alla socializzazione e la scoperta di realtà produttive spesso dimenticate.
A questo, ricordano da Ispra, si aggiunge anche il taglio del 60% dello spreco alimentare e una drastica riduzione dell’inquinamento rispetto ai sistemi alimentari tradizionali. Secondo l’esempio di Coldiretti, infatti, un chilo di ciliegie proveniente dal Cile percorre 12mila chilometri corrispondenti all’emissione di 21,6 chili di anidride carbonica
Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini commenta «Il successo dei farmers market è frutto della legge italiana che premia la multifunzionalità dell’agricoltura e che abbiamo fortemente sostenuto per avvicinare le imprese agricole ai cittadini e conciliare lo sviluppo economico con la sostenibilità ambientale e sociale. Siamo di fronte a una svolta epocale con la quale si riconosce che nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura non c’è solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona».
FOTO: Imagoeconomica