Martedì pomeriggio 30 maggio l’appuntamento a palazzo Chigi per l’incontro prima dei sindacati e poi delle imprese e associazioni di categoria con la premier Meloni
Cgil e associazioni laiche e cattoliche in piazza insieme “per la Costituzione”. In un percorso comune di iniziative e mobilitazione che parte con due manifestazioni nazionali a Roma: sabato 24 giugno per la difesa e il rilancio del Servizio sanitario nazionale pubblico e universale e del diritto alla salute delle persone e nei luoghi di lavoro; e poi sabato 30 settembre per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l’attuazione della Carta, contro l’autonomia differenziata e lo “stravolgimento” della Repubblica parlamentare.
Perché, sostengono nell’appello, la stessa Costituzione “va attuata e non stravolta”. La Cgil torna così in piazza, dopo le tre manifestazioni di maggio con Cisl e Uil, e questa volta lo fa con il mondo dell’associazionismo.
Piazze non alternative né che puntano ad escludere nessuno, sottolinea il segretario generale Maurizio Landini, ma anzi ad “allargare l’azione e la partecipazione” di un fronte quanto più ampio possibile, per cambiare il modello sociale. Un nuovo modello “fondato su uguaglianza e solidarietà“, che è “l’antitesi” di quello che “vuole realizzare” il governo, sostengono Cgil e associazioni, a partire dall’autonomia differenziata.
L’occasione per decidere il percorso è l’assemblea nazionale organizzata dal sindacato e da un’ampia rete di associazioni: sono oltre quaranta al momento quelle che hanno già aderito all’iniziativa, dalle Acli a Libera, comunità di Sant’Egidio, Arci, Legambiente, Sbilanciamoci, Europe for peace, Rete pace e disarmo, Libertà e giustizia, Articolo 21, Salviamo la Costituzione, fino alle associazioni degli studenti. Un appello ancora aperto.
Che parte da una premessa: i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione “tornino ad essere pienamente riconosciuti e siano resi concretamente esigibili ad ogni latitudine del Paese”. Il diritto al lavoro stabile e di qualità, superando la precarietà, contrastando il lavoro povero e aumentando i salari e le pensioni; il diritto alla salute e un Ssn pubblico e universale, garantendo più risorse e assunzioni; il diritto all’istruzione, ad un ambiente sano e sicuro; il contrasto alla povertà e alle diseguaglianze; una politica di pace.
Diritti che, per Cgil e associazioni, “possono essere riaffermati e rafforzati solo attraverso una redistribuzione delle risorse e della ricchezza che chieda di più a chi ha di più” e con una riforma fiscale basata sui principi di equità e progressività, invece “negati da interventi regressivi”, come la flat tax, e da un’evasione “insostenibile”.
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Landini torna anche a criticare il decreto Lavoro (“non condividiamo quasi nulla”) sostenendo che aumenta la precarietà, invece di contrastarla, e a chiedere al governo di cambiare rotta.
Martedì pomeriggio 30 maggio, intanto, l’appuntamento a palazzo Chigi per l’incontro prima dei sindacati e poi delle imprese e associazioni di categoria con la premier Giorgia Meloni, per impostare il lavoro – come indicato nella convocazione alle parti – su riforme istituzionali, delega fiscale, inflazione, pensioni, sicurezza e produttività. Incontro a cui seguiranno l’avvio o la prosecuzione di tavoli specifici con i ministeri interessati.
(foto ANSA)