
Per assicurazioni risulta difficile operare viste le variabili metereologiche e soprattutto le incertezze climatiche in generale
Dopo l’alluvione in Emilia Romagna, ultima in ordine di tempo, il tema delle assicurazioni contro i disastri ambientali torna nuovamente alla ribalta. Questo perché, almeno stando ai dati della BCE, solo il 4,9% delle abitazioni private italiane è coperto dai rischi derivanti da catastrofi contro il 50% di Olanda e Danimarca. Ma è una sfida anche per le assicurazioni viste le variabili metereologiche e soprattutto le incertezze climatiche in generale ma anche, in particolare, se ci si riferisce all’interno del territorio italiano, particolarmente fragile e, soprattutto, molto variegato da un punto di vista geomorfologico.
Per favorire una maggiore copertura, alla fine dello scorso anno il ministro dell’ambiente Pichetto aveva accennato alla possibilità di introdurre un obbligo per assicurazioni di questo tipo. In realtà ci sarebbero agevolazioni fiscali già dal 2018 (nello specifico la possibilità di portare in detrazione Irpef il 19% del premio assicurativo pagato) che hanno permesso alle 600mila abitazioni coperte da rischio nel 2016, di diventare 1,5 milioni nel 2022.
Un’emergenza che è letteralmente mondiale visto che lo scorso anno i disastri naturali hanno creato danni per 313 miliardi di dollari di cui solo 132 miliardi coperti dal settore assicurativo. Le cifre sono quelle riportate dal report annuale di Aon Weather, Climate and Catastrophe Insight 2023
Un problema anche per gli assicuratori visto che il 2022 è stato il quinto anno più costoso sul fronte risarcimenti. Tra le nazioni che hanno il maggior numero di polizze contro i disastri naturali in cima alla lista ci sono gli USA con il 75% dei danni assicurati.
«Le devastazioni causate dai disastri naturali in tutto il mondo dimostrano la necessità di una più ampia adozione di strategie di mitigazione del rischio, tra cui una migliore gestione degli eventi disastrosi e sistemi di allerta che migliorino la resilienza – ha dichiarato Michal Lörinc, head of Catastrophe Insight di Aon – Mentre gli impatti del cambiamento climatico diventano sempre più visibili in tutto il mondo, sono gli aspetti socioeconomici, demografici e la distribuzione della ricchezza a rimanere uno dei principali fattori di perdita finanziaria. I dati contenuti in questo report aiuteranno le organizzazioni non solo a migliorare la propria mitigazione del rischio, ma anche ad agire per colmare il gap di protezione a livello globale, per proteggere meglio le comunità in cui viviamo e lavoriamo».
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